Amare il Signore

L’amore per Dio è superiore all’amore per la famiglia e per la propria vita, perché è da Dio che noi riceviamo quella e questa.

Essere discepolo di Gesù vuol dire poter offrire la propria vita, che è dono del Signore, a favore dei fratelli, come ha fatto Gesù stesso per noi. E’ in questo amore che poi possiamo amare la famiglia e la nostra vita, ciò che ci è di più caro.

E’ nell’amore per Dio, per l’annuncio del suo regno, che può portare anche al martirio, che noi troviamo la vera vita.

Le due parabole di Gesù riguardano la sapienza che è necessaria per affrontare due impegni importanti: costruire una torre e condurre una guerra.

Bisogna saper fare bene i conti economici e valutare le difficoltà e/o il nemico, prima di iniziare, per non perdersi per strada e subire le beffe di chi ci osserva.

La parabola si applica al farsi discepoli di Gesù: bisogna lasciare tutti gli averi, materiali, ma soprattutto gli affetti, per poterli ritrovare tutti in Gesù: «In verità vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi a causa mia e a causa del vangelo, che non riceva già al presente cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel futuro la vita eterna» (Mc 10,29-30).

E’ sapienza della vita riconoscere che tutto ciò che abbiamo è dono che viene da Dio e che è da lui che riceviamo la vita. Se rimaniamo saldi in questo convincimento, nulla potrà farci distogliere dal condividere questi doni con gli altri per vivere una vita vera e libera, che si fa giustizia per i fratelli.

 

4 settembre 2016 – XXIII Domenica Tempo Ordinario – Anno C

Luca 14,25-33

In quel tempo, siccome 25 una folla numerosa andava con lui. Egli si voltò e disse loro: 26 «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. 27 Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.

28Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? 29Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, 30 dicendo: Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro. 31 Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? 32Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace. 33 Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».

 

Leggi tutto nel documento allegato