Il Signore della vita

Ci stiamo avvicinando alla fine dell’anno liturgico e alla festa di Cristo Re dell’universo. I vangeli hanno come tema quello della resurrezione e della fine dei tempi. Oggi è presentata una domanda precisa che i sadducei, che non credevano nella resurrezione, pongono a Gesù per mettere in ridicolo questa verità di fede. E lo fanno attraverso un “caso” di scuola per vedere cosa avrebbe risposto Gesù.

Gesù risponde dicendo che la vita nella resurrezione è una vita nuova, in cui anche le istituzioni più importanti, come la famiglia, vengono trasformate nella comunione con il Signore, perché «passa la scena di questo mondo» (1Cor 7,31). Ciò che è necessario in questo mondo non lo sarà più nella resurrezione. Gesù non dice molto di più, se non che ci sarà un cambiamento che riguarda tutto ciò che non è essenziale alla vita piena.

Risponde poi in merito alla verità della resurrezione, richiamando l’autorità di Mosè, cui anche i sadducei si rifacevano. Egli cita l’episodio del roveto ardente, in cui il Signore si è rivelato a Mosè, facendogli conoscere il suo nome e presentandosi come il Dio dei patriarchi. Ora essi vivono in Dio, in quanto erano dei giusti che hanno camminato con il Signore sulla via della giustizia. Essi non sono morti, perché ora vivono con il Signore e dunque esiste la resurrezione come comunione con Dio. 

Il ragionamento a noi appare non proprio convincente, in quanto non è una dimostrazione razionale, tuttavia ci mostra per via esperienziale e simbolica la verità di chi è Dio e cosa vuole per il nostro bene. Essa va al cuore del nostro desiderio di vita e di comunione con il Signore della vita.

Ciò che conta per Gesù è che Dio è il Signore della vita, per questo c’è la resurrezione come speranza di una vita piena e definitiva.

 

6 novembre 2016 – XXXII Domenica Tempo Ordinario – Anno C

Luca 20,27-38

In quel tempo, 27 si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione– e gli posero questa domanda: 28 «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. 29 C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. 30 Allora la prese il secondo 31 e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. 32 Da ultimo morì anche la donna. 33 La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».

34Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; 35 ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: 36 infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. 37 Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. 38 Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».

 

Leggi tutto nel documento allegato