Il valore dei corpi intermedi del Paese

Scritto da Gianni Bottalico, presidente nazionale Acli dal 2013 al 2016

Nel febbraio 2013 si decise di avviare un lavoro politico ed organizzativo per dare concretezza al progetto abbozzato negli anni precedenti dalle Acli nazionali e dalla Caritas Italiana in funzione di un piano nazionale contro la povertà. Il frutto di questa assunzione di responsabilità è stato, dopo sei mesi di intensa attività di elaborazione, di confronto, di relazioni, il lancio del progetto del Reis ossia “Reddito di Inclusione Sociale”.

Contemporaneamente, venne istituito l\’organismo atto ad articolare la suddetta proposta sul piano tecnico e sul piano politico, il Patto Aperto contro la Povertà, avvenuto il 24 luglio 2013, in un incontro svoltosi presso la sede nazionale delle Acli con l\’allora ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Enrico Giovannini e dei Segretari Generali di  Cgil e Cisl Susanna Camusso e Raffaele Bonanni.

Nei mesi successivi maturava la convinzione, di costruire un soggetto di scopo per dotare il nostro Paese, ultimo in Europa, di un piano nazionale contro la povertà. Un progetto rafforzato anche dall\’interesse dimostrato per l\’iniziativa sulla povertà dall\’opinione pubblica, da istituzioni e media, e dal drammatico peggioramento delle condizioni economiche e sociali subito dal Paese negli ultimi anni di crisi. Nacque così l\’Alleanza contro la povertà in Italia, un insieme molto rappresentativo di soggetti sociali, sindacali, del terzo settore, istituzionali. Non si era mai visto nella storia della Repubblica, prima di allora, un così vasto schieramento di forze per la lotta alla povertà.

In un documento comune presentato nel corso di una conferenza stampa tenutasi l\’11 novembre 2013 i soggetti fondatori dell\’Alleanza contro la Povertà avanzavano al Governo la richiesta di avviare un Piano nazionale contro la Povertà, di durata pluriennale, contenente le indicazioni concrete per una graduale introduzione di una misura nazionale, rivolta a tutte le persone in povertà assoluta, basata su una logica non meramente assistenziale ma di sostegno a un atteggiamento attivo dei soggetti beneficiari dell’intervento.

Da allora, l\’Alleanza contro la povertà ha iniziato a porsi come soggetto protagonista nel dibattito politico riguardante la materia, formulando osservazioni e proposte a tutti i maggiori atti di governo, dalle leggi finanziarie ai documenti di programmazione economica e finanziaria. Al punto che nel giro di appena sei mesi una delegazione dell\’Alleanza fu ricevuta al Quirinale dall\’allora Capo dello Stato Giorgio Napolitano. L\’incontro si tenne il 23 giugno 2014 e rappresentò un enorme riconoscimento per l\’Alleanza, che ricevette parole di incoraggiamento e sostegno alla propria missione dal Presidente della Repubblica.

Intanto i soggetti componenti dell\’Alleanza continuavano a crescere raggiungendo le trenta adesioni. Ed il 14 ottobre 2014 l\’Alleanza organizzava un altro momento pubblico di forte interlocuzione con il governo, rilanciando la proposta del Reddito di Inclusione Sociale come metodo di politica sociale, per sottrarre la spesa per il welfare ad una logica di ricerca del consenso e di mance elettorali e per costruire un nuovo modello di welfare comunitario, basato sul coinvolgimento di tutti i soggetti sociali e sulla presa in carico da parte dell\’intera comunità di tutte le persone che versano in una condizione di povertà assoluta.

E questo impegno dell\’Alleanza contro la Povertà per cambiare la mentalità, per valorizzare il valore sociale ed economico della lotta alla povertà, avrebbe trovato di lì a poco un altro altissimo riconoscimento nelle parole che Papa Francesco pronunciò alle Acli in occasione del loro 70° nello storico incontro del 23 maggio 2015: «E’ una importante battaglia culturale, quella di considerare il welfare una infrastruttura dello sviluppo e non un costo. Voi potete fare da coordinamento e da motore dell’“Alleanza nuova contro la povertà”, che si propone di sviluppare un piano nazionale per il lavoro decente e dignitoso».

Qualche giorno prima, il 20 maggio 2015 l\’Alleanza, che nel frattempo aveva raggiunto l\’adesione di 33 diversi organismi, incontrò il ministro del Lavoro Giuliano Poletti e tale evento gettò le basi per una interlocuzione istituzionale continuativa dell\’Alleanza con il Ministero del Lavoro sul tema della povertà, che si espresse, nei mesi successivi in diverse convocazioni presso i tavoli di lavoro istituiti dal Ministero di via Veneto e in importanti contributi elaborati dall\’Alleanza ed inviati al governo.

L’Alleanza contro la povertà, in un incontro svoltosi il 14 ottobre 2015, poteva così autorevolmente lanciare al Governo ed alle forze politiche rappresentate in parlamento un messaggio chiaro e pressante sulle scelte da compiere nella legge finanziaria: la povertà si contrasta con un Piano organico e le risorse non sono il principale ostacolo alla sua attuazione, perché se c\’è chiarezza sull\’obiettivo e sul percorso, ed una forte volontà politica, si può iniziare da subito, esprimendo la convinzione che la lotta alla povertà vada inserita in un progetto ambizioso: quello di rendere il Paese più uguale e più giusto definendo risorse adeguate e tempi certi nel contrasto alla povertà. L\’Alleanza che nel frattempo aveva iniziato a strutturarsi sul territorio, con tavoli regionali e provinciali, riaffermava l\’obiettivo di dotare anche l\’Italia di un Piano nazionale contro la povertà.

Non a caso il 13 aprile 2016 nel corso di un seminario organizzato dall\’Alleanza contro la Povertà ci fu da parte del governo, rappresentato dal ministro Poletti, l\’annuncio, per certi versi “storico”, che a partire dall\’anno successivo il Fondo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale avrebbe avuto la configurazione di una misura nazionale contro la povertà, divenuta poi l\’attuale Rei, Reddito di Inclusione. Sono stati tre anni di intensa elaborazione politica e progettuale. Si è creduto fortemente nel valore e nel protagonismo dei “corpi intermedi” del Paese.

Un\’intuizione avente lo scopo di combattere la povertà, il Patto aperto contro la Povertà, divenuto ben presto Alleanza contro la Povertà, dentro la quale la presenza delle Acli è stata decisiva e trainante sul piano politico e su quello delle relazioni istituzionali e con i media, una funzione riconosciuta ed esercitata dal ruolo di portavoce nazionale ricoperto dal presidente nazionale delle Acli ieri come oggi.