Immersi nell’amore di Dio

Immergerci nell’amore di Dio. Questo breve brano, tratto dai discorsi detti “dell’addio”, che Gesù pronuncia tra l’ultima cena e la sua veglia nell’orto degli ulivi, ci presenta l’agire del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo e per questo è stato scelto per la solennità della Santissima Trinità.

In sintesi: Gesù compie la salvezza per gli uomini, lo Spirito guida gli uomini alla verità di Gesù, il Padre e il Figlio possiedono lo stesso amore per gli uomini.

Vediamo in dettaglio.

Gesù è a cena con i suoi discepoli e li sta preparando a quanto sta per accadere: la sua passione, morte e resurrezione. Egli sa che gli apostoli capiranno poco mentre questi eventi accadranno, ma ha fiducia che, con la vita passata insieme e l’aiuto dello Spirito, i dodici sapranno interpretare e comprendere il mistero pasquale, così da poterlo accogliere per sé e annunciarlo poi al mondo intero.

Lo Spirito non ha qualcosa da dire di suo, che non sia già stato detto da Gesù nel rivelare il volto amorevole del Padre che in lui si è presentato agli uomini. Gesù è la verità, non un astratto concetto, ma una persona con cui entrare in relazione vitale. Non basta pensare a Gesù per essere salvi, ma occorre entrare in relazione con lui, parlargli ed ascoltare le sue parole, agire come lui con amore verso i fratelli, provare a promuovere la loro vita assieme alla nostra (comandamento dell’amore del prossimo come se stessi). E’ nella relazione pratica con Gesù e i fratelli che conosceremo la verità del suo amore per noi.

Egli infatti ci mostra che non ha fatto altro che vivere secondo il comandamento dell’amore che è la regola di vita – se così possiamo permetterci di dire – del Padre. L’amore del Padre è lo stesso amore di Gesù, per questo Gesù può dire: «Tutto quello che il Padre possiede è mio». E lo Spirito, aiutandoci a fare memoria della vita di Gesù, altro non fa che annunciarci l’amore del Padre, che è quello stesso del Figlio.

Se può essere un mistero la tri-unità di Dio, che la teologia nel corso dei secoli ha provato a dire con parole intelligibili, l’esperienza dell’amore di Dio non sempre può essere comunicata a parole, ma certamente può essere vissuta nella vita quotidiana e concreta di fratelli e sorelle che partecipano alla medesima vicenda storica.

Essere testimoni credibili di questo amoreè quanto il Signore ci chiede in ogni tempo e luogo, per aiutare chiunque lo voglia ad accostarsi al mistero di vita che è Dio per ogni persona.

22 mggio 2016 – Solennità della SS. Trinità – Anno C

Giovanni 16,12-15

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: 12 «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.

13 Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. 14 Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà.

15 Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

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