Napoli, una pizza contro la povertà

È partita da Napoli, la città del caffè sospeso – cioè pagato da un cliente per uno sconosciuto – l’iniziativa “Lunedì della famiglia”. Organizzata dalle Acli insieme alla pizzeria “Franco”, la proposta intende offrire una serata diversa ai nuclei familiari in situazione di disagio.

Dal 20 febbraio fino alla fine di giugno, una famiglia scelta dalle Acli riceve un invito per trascorrere il lunedì pomeriggio al cinema e poi andare a cena da Franco. Tutto a spese della pizzeria. “In alcuni casi – spiega Gianvincenzo Nicodemo, presidente delle Acli di Napoli – offriamo anche i biglietti dei mezzi pubblici perché è inutile fare un regalo a chi non può usufruirne”.

L’idea è nata nel periodo di Natale: “Volevamo fare qualcosa di duraturo per aiutare le famiglie in difficoltà – racconta Franco Gallifuoco, pizzaiolo di corso Arnaldo Lucci 195 a Napoli – non volevamo limitarci a regalare la pizza la mattina del 24 dicembre. Così abbiamo pensato a questa cena settimanale a base di pizza, bibite e fritti”.

I destinatari sono famiglie con 4-5 componenti, con bambini e in alcuni casi anche con disabili. Ma i poveri a Napoli, come in tutta la Campania, sono tanti. Lo ricorda il “Dossier regionale sulle Povertà 2016”, presentato a gennaio 2017 dalla Caritas Campania: in un anno gli utenti dei centri di ascolto sono passati da 11.444 del 2014 ai 12.266 del 2015. Sono principalmente italiani, giovani, senza lavoro e nel 70,5% dei casi vivono con i propri familiari. Dalla ricerca emerge anche un altro dato: la povertà cresce con il numero dei figli.

“Insieme aI lunedì della famiglia – spiega ancora Nicodemo – stiamo portando avanti iniziative contro la povertà e la lotta allo spreco alimentare. Sul modello de “Il pane a chi serve” delle Acli di Roma stiamo creando una rete tra trattorie e ristoranti di piazza Garibaldi e associazioni che distribuiscono il cibo invenduto ai poveri”.

Per Franco è più difficile raccontare cosa fa contro la povertà e il disagio: più di “Diamo una mano in stazione” non vuole dire perché è dell’idea che la carità si fa ma non si dice. “Mi dà fastidio mettermi in luce per queste cose”. Nella sua pizzeria oltre alla generosità, trovano posto altre doti: “Siamo stati i primi in Campania a scrivere anche un menù in Braille per i ciechi e i primi in Italia, credo, a utilizzare un videomenù per le persone sorde”.

“Con questa iniziativa – conclude il presidente delle Acli di Napoli – sappiamo di non affrontare i bisogni primari ma permettiamo a chi vive nel disagio di svagarsi, di trascorrere una serata fuori con la propria famiglia, di alleggerire l’animo. La pizza è un modo di attivare la responsabilità sociale. In questo modo la comunità si prende cura degli individui, riparte una solidarietà dal basso e arriviamo dove la politica non arriva. Infine, come Acli creiamo una serie di legami sul territorio con altre associazioni che vogliono collaborare con noi e che ci segnalano dei casi difficili. C’è una grande attenzione da parte di tutti”.