V domenica del tempo ordinario

Domenica – 5 febbraio 2017 – Anno A
Parola del giorno: Is 58,7-10; Sal 111; 1 Cor 2,1-5; Mt 5,13-16

DAL VANGELO SECONDO MATTEO (5,13-16)
  
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.
Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».

COMMENTO AL VANGELO
a cura di don Flavio Luciano, accompagnatore spirituale Acli Cuneo

Nelle beatitudini ascoltate la scorsa domenica, Gesù ci offre i criteri per raggiungere la felicità a cui tutti aspiriamo. Il suo Dio “felice” vuole la nostra felicità non solo dopo la morte, in quella che chiamiamo “vita eterna”, ma già ora, in questa vita. Per questo, ci avverte, occorre saper vivere nell’essenziale fidandosi di Dio (poveri in spirito), avere un cuore benevolo e clemente (miti), aspirare intensamente a un mondo più giusto (affamati e assetati di giustizia), vivere e lavorare mossi dalla compassione (misericordiosi), cercare con fede e pazienza il bene di tutti (operatori di pace), spinti dalla passione non arrendersi alle ingiustizie (quelli che piangono perché perseguitati a causa della giustizia).

Pensiamo a una Chiesa/comunità di cristiani che si sforza di vivere così. Sarà una Chiesa certamente più attenta ai bisognosi soprattutto dei poveri e vivrà il Vangelo con maggior libertà e profezia. Con un cuore di carne e non di pietra sarà un dono immenso per questo mondo pieno di violenza e di guerre, portando pace e non discordia, riconciliazione e non scontro. Una comunità così sarà solidale con chi è nel pianto e vicino ai perseguitati perché anche lei perseguitata. Vivrà quindi la sua vocazione di essere “sale della terra e luce del mondo”, come ricorda il Vangelo di oggi. Questa è la nostra missione e dobbiamo continuamente interrogarci se ne siamo fedeli!

E’ bello riflettere un po’ sui simboli religiosi che la Parola di Dio ci pone.
Il “sale” appare un’immagine di ciò che purifica, dà sapore, conserva e dà vita agli alimenti. Per questo allude e ricorda uno dei compiti più urgenti della Chiesa di oggi (e di sempre …), cioè quello di far sì che la fede giunga agli uomini come “buona notizia”. Nella società odierna c’è un forte bisogno di senso. Soprattutto le nuove generazioni cercano senso, perché fanno fatica a darlo alla propria vita, soprattutto a quelle realtà che sono più importanti nella vita.  Dare senso al lavoro, al vivere insieme, nella polis, alle storie di amore nella costruzione di una eventuale famiglia, è la grande sfida per gli uomini e per le donne di oggi.

L’espressione “luce” forse è più facile da capire. Noi facciamo fatica a mostrare che la vita cristiana è una vita non solo buona, ma anche bella e capace di beatitudine, felicità.  

In conclusione, il brano di oggi è invito alle “opere buone” che danno sapore alla vita, illuminano gli occhi, riscaldano il cuore e inondano di luce la società. L’essere cristiani più che insegnare una dottrina e avere uno stile di vita “altro” a partire dalla pratica delle beatitudini.

Il tutto vissuto in quello spirito di umiltà e disinteresse a cui ci invitava Francesco sempre a Firenze, per essere “una Chiesa che sa riconoscere l’azione del Signore nel mondo, nella cultura, nella vita quotidiana della gente”, e sa “rendere gloria al Padre vostro che è nei cieli”.

Diamoci da fare.