VII domenica del tempo ordinario

Domenica – 19 febbraio 2017 – Anno A
Parola del giorno: Lv 19,1-2.17-18; Sal 102; 1 Cor 3,16-23; Mt 5,38-48

DAL VANGELO SECONDO MATTEO (5,38-48)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

38Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio edente per dente. 39Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l’altra, 40e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. 41E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. 42Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle.
43Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. 44Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, 45affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. 46Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? 47E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? 48Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.

COMMENTO AL VANGELO
a cura di don Flavio Luciano, accompagnatore spirituale Acli Cuneo

Abbiamo iniziato il 2017 con un messaggio straordinario di papa Francesco per la ricorrenza della Giornata Mondiale della Pace, in cui augurava che “soprattutto nelle situazioni di conflitto” si rispettasse la dignità immensa di ogni persona facendo “della nonviolenza attiva il nostro stile di vita”.

Quando noi cristiani siamo stati in grado di comprendere la potenza del brano del Vangelo di oggi?

Gandhi scoprì con gioia che la nonviolenza può salvare l’umanità proprio grazie a Gesù, al punto di scrivere queste parole: ”Leggendo tutta la storia di questa vita mi sembra che il cristianesimo debba ancora realizzarsi. Fino a quando non avremo sradicato la violenza dalla nostra civiltà, il Cristo non sarà ancora nato”.  

Papa Francesco ci ricorda che in ogni esperienza religiosa autentica la compassione e la nonviolenza sono essenziali e indicano la via della vita. In questi anni non si è stancato di ripetere che “nessuna religione è terrorista” e la violenza è una profanazione del nome di Dio: “mai il nome di Dio può giustificare la violenza. Solo la pace è santa. Solo la pace è santa, non la guerra!

Come commento a questo brano di Matteo ecco ciò che scrisse un grande eroe e martire della nonviolenza, Martin Luther King: “L’uomo non si è mai sollevato al di sopra del comandamento della LEX TALIONIS. Ad onta del fatto che la legge della vendetta non risolve alcun problema sociale, gli uomini continuano a seguire la sua disastrosa guida. Gesù affermò eloquentemente dalla croce una legge più alta. Egli sapeva che l’antica legge dell’occhio per occhio avrebbe reso tutti ciechi, e non cercò di vincere il male col male: vinse il male col bene. Crocefisso dall’odio, rispose con amore aggressivo. Che magnifica lezione! Gli uomini continueranno ad adorare il Dio della vendetta, ma sempre e poi sempre questa nobile lezione del calvario sarà un assillante ammonimento che solo la bontà può eliminare il male e solo l’amore può sconfiggere l’odio”.

Siamo sfidati. Non basta denunciare la mafia, il terrorismo o la rincorsa agli armamenti. Non è sufficiente mostrare la nostra avversione ogni volta che si attenta contro la vita. Gesù chiama a una conversione riconoscendo prima di tutto il nostro “io” egoista, capace di distruggere chi gli si oppone. Poi ci invita, giorno dopo giorno, a costruire insieme, tra tutti, una società diversa, vivendo quell’amore cristiano che promuove la cordialità, l’affetto sincero e l’amicizia tra le persone. Quella cordialità che aiuta a liberarci dai sentimenti di indifferenza e di rifiuto e ci spinge verso gli altri con sentimenti positivi, perché “Se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario?”. Allora “impegniamoci, con la preghiera e con l’azione, a diventare persone che hanno bandito dal loro cuore, dalle loro parole e dai loro gesti la violenza, e a costruire comunità nonviolente, che si prendono cura della casa comune”.