Voucher: dove li riscuoto?

Ho lavorato per alcuni mesi in un campo per raccogliere pomodori e sono stato pagato con dei voucher. Dove posso riscuoterli?

Per quanto riguarda la riscossione, il prestatore di lavoro di lavoro deve sostanzialmente utilizzare il canale di emissione individuato dal proprio committente, per cui i voucher acquistati presso gli sportelli bancari possono essere riscossi dopo 24 giorni dalla conclusione della prestazione lavorativa solo ed esclusivamente presso il medesimo circuito bancario di emissione.

I datori di lavoro possono acquistare i voucher attraverso i seguenti canali:

esclusivamente attraverso la procedura telematica attivata sul sito dell’Inps

presso gli uffici postali (con esclusione però dei committenti imprenditori o liberi professionisti)

presso rivenditori di generi di monopoli autorizzati (i tabaccai che aderiscono all’iniziativa espongono la vetrofania dedicata)

presso gli sportelli delle banche abilitate.

Sul sito dell’Inps è presente l’elenco delle banche abilitate all’emissione e alla riscossione dei voucher. Resta vero, purtroppo, che la rete dei Pea (punti di emissione autorizzati) non è diffusa in maniera omogenea sull’intero territorio nazionale e che la scelta del canale di emissione costringe il lavoratore ad adattarsi ad esso.

Il valore nominale del “buono” lavoro è di 10 euro e corrisponde ora al compenso minimo di un’ora di lavoro, ed è comprensivo della contribuzione alla gestione separata Inps (pari al 13%), all’Inail per l’assicurazione anti-infortuni (7%) e di un compenso per la gestione del servizio per l’Inps (5%). In sostanza al lavoratore al termine di un’ora di prestazione lavorativa vengono riconosciuti 7,5 euro netti.

A seguito delle varie modifiche che hanno eliminato la mai chiarita definizione di “occasionalità” e “accessorietà” oggi il lavoro accessorio è da intendersi come quell’insieme di prestazioni lavorative che non danno luogo, con riferimento alla totalità dei committenti, a compensi superiori ai 7.000 euro nel corso di un anno civile.

Il limite di 7.000 euro annui è da intendersi come netto per cui è pari 9.333 euro lordi. Le prestazioni rese nei confronti di imprenditori commerciali o professionisti, fermo restando il limite complessivo dei 7.000 euro, non possono, in ogni caso, superare i 2.000 euro per ogni committente (2.666 euro lordi).

Per informazioni: www.patronato.acli.it