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Colf: senza di noi non si muove il mondo

Le Acli Colf hanno avuto l’onore e il piacere di partecipare al primo “Congreso sobre trabajo de hogar y quidado” (Convegno sul lavoro domestico e di cura) promosso dal Grupo de Tùrin, con la collaborazione del Comune di Madrid. Il Grupo de Tùrin è un gruppo di donne, rappresentanti di varie organizzazioni che si occupano di lavoro domestico, costituitosi a partire da un corso di formazione su questo settore, promosso dall’ILO nel 2011 (a cui hanno partecipato anche le Acli Colf). Dopo essersi rese conto che la Spagna non avrebbe proceduto alla ratifica della Convenzione ILO 189 sulle lavoratrici e lavoratori domestici, per stimolare il governo in questo senso, hanno deciso di organizzarsi per mobilitare associazioni di lavoratrici e lavoratori domestici spagnole, cooperative di lavoratrici, sindacati, partiti politici, coinvolgendo altre esperienze europee (tra cui quella italiana e quella francese).

In Spagna le lavoratrici e i lavoratori domestici e di cura (circa 600mila) soffrono le stesse problematiche delle colleghe che lavorano in Italia, se non peggiori, incontrando grosse difficoltà nell’essere assunte regolarmente, nel vedere riconosciuti i propri diritti tra cui l’assistenza sanitaria (nel 2015 sono 424.423 i lavoratori iscritti al sistema sanitario nazionale su un totale di 614.200 occupati), nell’ottenere dignità e riconoscimento sociale (soprattutto per le migliaia di cittadine straniere che non hanno il permesso di soggiorno). Dunque, come in Italia e nel resto del mondo, anche in Spagna quello domestico è un settore composto in maggioranza da donne, straniere, invisibili, poco tutelate e garantite.

Durante il Convegno è emerso come la ratifica della C189 in Spagna contribuirebbe a dare un quadro di riferimento all’interno del quale muoversi per incoraggiare il miglioramento dei diritti per la categoria.

Per questo, al grido di visibilizar para transformar (rendere visibile per trasformare), le lavoratrici domestiche spagnole si sono riunite a Madrid per condividere l’impegno nel promuovere la convenzione 189 nonchè forme di lavoro in grado di garantire maggiori diritti alle lavoratrici che non devono e non possono essere lasciate sole (tra le varie forme anche il lavoro cooperativo).

Le Acli Colf hanno testimoniato l’esperienza del lungo percorso di promozione dei diritti svolto dall’associazione, e hanno illustrato alcuni strumenti di tutela di cui godono le lavoratrici/lavoratori in Italia. In particolare il contratto collettivo nazionale e altre forme di garanzie che purtroppo non sono presenti in altri  Paesi tra cui la Spagna (ad esempio è assente la tutela in caso di disoccupazione).

Infine, riprendendo alcune riflessioni, è emersa chiaramente l’importanza di dare rilevanza a questo settore, perché sin nosotras no se mueve el mundo (senza di noi non si muove il mondo).

Senza il lavoro di migliaia di lavoratrici domestiche e di cura, di donne che svolgono la cura della casa, dei figli, degli anziani, salariate o meno, non si potrebbero fare tanti altri lavori. Tutto questo lavoro invisibile, deve affiorare perché grazie ad esso si muove il mondo. Ma è stata avanzata anche un’altra domanda ovvero que mundo quremos mover hoy? (che mondo vogliamo muovere oggi?). La prospettiva risultata chiaramente è che il lavoro domestico e di cura vuole “muovere un mondo” che ponga al centro la persona; che garantisca la cura dei diritti e i diritti alla cura; che assicuri dignità e libertà; che esiga una maggior eguaglianza e medesime condizione di trattamento per tutti.

Come Acli Colf essere state presenti a questo evento ha rappresentato sicuramente un momento significativo perché abbiamo potuto ampliare la nostra riflessione su come sia importante consolidare la nostra rappresentanza e rafforzare le reti di cura dentro e fuori la nostra organizzazione: con i sindacati, ma pure con altre associazioni a livello nazionale e internazionale.

Oggi anche in Italia sarebbe importante unirsi per promuovere maggiore dignità del lavoro domestico e soprattuto per il lavoro di cura e assistenza alla persona che coinvolge migliaia (se non milioni) di famiglie.

Come più volte abbiamo detto, “basterebbe” riformare il sistema delle detrazioni fiscali nel lavoro di cura per sostenere le famiglie deboli e promuovere legalità; modificare il diritto alla malattia e al godimento pieno della maternità, per affermare un’eguaglianza dei diritti; rivedere la contribuzione per determinare una pensione decente e non creare oggi i poveri di domani.

Una revisione dunque del sistema del lavoro domestico e in particolare del lavoro di cura, che metta al centro la persona a tutela di chi cura e di chi viene curato.

Anche in Italia è necessario un cambio di passo … una marcia in più che consenta anche di donare una dimensione più umana a tutti i nostri ambiti  di lavoro e di vita.

Guarda il Convegno

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