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Immigrazione, Acli: si proceda con riforme strutturali e dal 27 ottobre si avvii un confronto col Governo

Le ACLI, che storicamente legano la loro esperienza associativa a favore dei principi di civiltà e di convivenza democratica inscritti nella nostra Costituzione, apprezzano la scelta delle organizzazioni sociali di promuovere la mobilitazione del 27 ottobre che avrà luogo in molte città italiane. Nel contempo invitano ad aprire un dibattito sull’immigrazione e un confronto con il Governo. Per sostenere questi temi parteciperanno alle iniziative promosse in questi giorni dalle differenti reti di associazioni e saranno presenti alle manifestazioni che si svolgeranno in diverse città sostenute dall’appello “Con i migranti”. Esprimono grande preoccupazione per il decreto legge 04 ottobre 113/2018, un provvedimento che rischia di mettere in difficoltà decine di migliaia di persone che versano in condizioni di particolare vulnerabilità, con ricadute in termini umanitari e di tenuta sociale del Paese.

L’abrogazione del permesso di soggiorno per motivi umanitari, fino a ieri concesso a circa il 25% dei richiedenti asilo, lo smantellamento del sistema pubblico di accoglienza SPRAR (un sistema invidiato da tutt’Europa che lavora in trasparenza, su piccoli numeri e coinvolgendo l’intera comunità) a favore di quello privato CAS, i correttivi che complicano anziché semplificare l’ottenimento della cittadinanza e la revoca della cittadinanza per gli stranieri definitivamente condannati per delitti commessi con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordinamento costituzionale, sono misure dannose, inique e controproducenti, sia per i migranti che per le comunità locali. Infatti, in termini di diritti, si passerebbe dalla precedente condizione di relativa parità con i cittadini italiani, in un quadro di legalità, sicurezza, benessere socio-sanitario e trasparenza ad una condizione di segregazione e di irregolarità, di insicurezza e di illegalità, di vulnerabilità e fragilità sociali e sanitarie. In altre parole, per gli immigrati, molte delle garanzie costituzionali verrebbero meno.

Ricordano che un anno fa, il 27 ottobre 2017, hanno consegnato in Parlamento circa 90.000 firme raccolte attraverso la Campagna Ero straniero. L’umanità che fa bene su una proposta di legge d’iniziativa popolare per superare la legge Bossi-Fini e per cambiare le politiche sull’immigrazione. Una campagna politica e culturale, promossa da un ampio cartello di organizzazioni, unito da un unico intento: respingere la politica dei muri, a favore di politiche capaci di governare il fenomeno migratorio tenendo insieme legalità, diritti e coesione sociale.

Come realtà quotidianamente impegnate nel sociale e nella tutela dei diritti, le ACLI sono infatti contrarie all’approccio meramente securitario del Decreto che diffonde nei confronti dei migranti un atteggiamento negativo e di sospetto.La proposta di legge di iniziativa popolare che hanno depositato un anno fa alla Camera dei deputati va nella direzione contraria al Decreto, tentando di affrontare il fenomeno migratorio in tutta la sua complessità. Infatti, a partire dall’abolizione del reato di clandestinità, si propongono forme di regolarizzazione su base individuale degli stranieri già radicati nel territorio, che abbiano legami familiari o la disponibilità di un lavoro, e misure per l’inclusione sociale e lavorativa di richiedenti asilo e rifugiati, puntando sulle politiche attive. Si propongono canali diversificati di ingresso per lavoro, a partire dall’introduzione di un permesso di soggiorno temporaneo per ricerca lavoro al fine di facilitare l’incontro con i datori di lavoro italiani. E ancora, si propone di garantire l’effettiva partecipazione dei cittadini stranieri alla vita democratica dei territori col voto amministrativo.

Questi i contenuti che le ACLI vogliono rilanciare e porre all’attenzione del Parlamento, in alternativa al Decreto, a dimostrazione che c’è un’altra strada per governare il fenomeno migratorio, un fenomeno ormai strutturale e inarrestabile, che non può che poggiare sull’idea di una società aperta, plurale e solidale, capace di dare risposte ai bisogni e alle paure di tutti i cittadini, senza ritirarsi nella violenza delle parole e dello scontro sociale.

In ultimo le ACLI ritengono che se il Decreto venisse convertito in legge si perderebbe un’importante occasione per elaborare una riforma strutturale sull’immigrazione che il Paese attende da tempo. Per dare seguito al contributo che da tempo offrono sul tema, nei prossimi mesi si faranno promotrici di iniziative di confronto e proposta su un quadro di riforme organiche sull’immigrazione.

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L’adesione del Forum Terzo Settore alle manifestazioni del 27 ottobre
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