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Domenica 23 giugno 2019

SS. CORPO E SANGUE DI CRISTO

Dal vangelo secondo Luca (Lc 9, 11b-17)

In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure. Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta». Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini.

Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti.

Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.

Tutti mangiarono a sazietà

A cura di don Riccardo Donà, assistente spirituale Acli Trieste e Friuli Venezia Giulia

Il vangelo di Luca in questa domenica ci invita tutti ad un incontro particolare, speciale con Gesù “voi stessi date loro da mangiare”.

Il Maestro li invita e insegna loro a condividere tutto ciò che hanno.

La condivisione genera il miracolo, qui il miracolo viene generato dalla preoccupazione che Gesù ha per il suo popolo venuto per ascoltarlo e desidera che i discepoli capiscano che è nella condivisione che impariamo la legge dell’amore.

Quell’amore che ha spinto Lui e poi anche i discepoli fino alla croce.

È nel gesto del dare la vita per l’altro, che genera a sua volta vita, da questo momento riconosceremo il Maestro nello spezzare il pane, ricordiamo l’episodio di Emmaus “ Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro.

Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista. Ed essi si dissero l’un l’altro: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?».

È questo l’incontro speciale a cui tutti siamo stati invitati: il banchetto eucaristico, ricevere, accogliere in noi Lui, Gesù, il suo corpo, la sua carne, il suo sangue.

Lui che si fa uno di noi e noi che grazie a Lui ci fa come Lui, pronti a portarlo nel mondo in cui siamo chiamati a vivere esprimendo con la nostra vita quell’Amore speciale dono dello Spirito Santo.

Allora anche a noi ci arderà il fuoco nel petto e potremo come Giovanni poggiare il nostro capo sul petto di Gesù ogni volta che spartiremo il nostro con chi ha bisogno.

Con lo spezzare il pane ci apre la via del suo Regno, il Paradiso, regno di luce, amore, coloro che ora seguono Gesù dovranno lasciare alle spalle il vecchio mondo, il mondo delle sicurezze terrene, qui c’è un mondo nuovo, dove per entrare bisogna rischiare, credere nella provvidenza, essere umili, caritatevoli, benevoli gli uni verso gli altri, avere fiducia in Lui.

Solo quando i discepoli ricevono il pane da Gesù sono capaci di donarlo agli altri perché è Dio che offre la sua vita a tutti coloro che lo desiderano.

Qui è anticipato il dono del banchetto celeste il Paradiso dove Lui sarà tutto in tutti e sarà festa e gioia eterna.

E nella riflessione di S.Agostino:

Orbene, fratelli, quand’è che il Signore volle essere riconosciuto? All’atto di spezzare il pane. È una certezza che abbiamo: quando spezziamo il pane riconosciamo il Signore. Non si fece riconoscere in altro gesto diverso da quello; e ciò per noi, che non lo avremmo visto in forma umana ma avremmo mangiato la sua carne. Sì, veramente, se tu chiunque tu sia sei nel novero dei fedeli, se non porti inutilmente il nome di cristiano, se non entri senza un perché nella chiesa, se hai appreso ad ascoltare la parola di Dio con timore e speranza, la frazione del pane sarà la tua consolazione. L’assenza del Signore non è assenza. Abbi fede, e colui che non vedi è con te. (Discorso 235, 3).

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