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Si chiude ins2019, le Acli in continuo movimento per ricostruire fiducia e speranza

“In un Paese bloccato, dove rimani quello che nasci, si rischia di perdere la speranza – ha detto Roberto Rossini, Presidente nazionale delle Acli, durante il discorso con cui ha chiudo il 52° Incontro nazionale di Studi che si è svolto a Bologna dal 12 al 14 settembre – e di indurre negli italiani solo paure e rancori. Come abbiamo compreso in questi tre giorni di studio occorre compiere due azioni: impegnarsi per rispondere ai bisogni dei cittadini grazie alle nostre competenze e ai nostri servizi, imprese e associazioni e poi contribuire a cambiare il sentimento negativo. Vogliamo costruire sentimenti positivi come la speranza e la fiducia perché noi crediamo che la politica sia ancora leva di cambiamento”.

Tre giorni di lavori intensi ma anche di incontri e di dibattiti che hanno coinvolto 450 aclisti provenienti da tutta Italia oltre agli ospiti del mondo dell’associazionismo, della politica, del mondo accademico, dei mass media.

Qui tutti i materiali di ins2019 tra cui le ricerche inedite, la relazione del Presidente, l’Agenda Sociale, il Catalogo e gli approfondimenti curati dall’Osservatorio Giuridico.

Qui tutte le video interviste ai protagonisti di ins2019.

Qui la gallery fotografica con il racconto di tutti i principali momenti dell’Incontro di Studi.

Qui la rassegna stampa dell’evento.

 

Di seguito un breve report  delle tre giornate di Bologna:

12 settembre

“Abbiamo fatto leva su tutta la nostra passione popolare perché a partire dal valore del lavoro si potesse contribuire ad animare la città, a ricostruire assieme a tanti altri le ragioni di una civitas veramente umana. Questo è il senso profondo del nostro movimento, del sentirsi in continuo movimento ed è ciò che chiediamo a tutti, fare civitas nei comuni, nelle province e nelle regioni. La “città” è il nostro orizzonte. In essa condividiamo la realtà che c’è e in essa cogliamo i segni di ciò che sarà” Con queste parole il Presidente nazionale delle Acli, Roberto Rossini, ha concluso la relazione introduttiva che ha dato inizio ai lavori del 52° Incontro nazionale di Studi delle Acli.

Una giornata iniziata all’insegna dello sport con i ciclisti del Bike tour Italia (organizzato dalle UsAcli) arrivati a Bologna per “contagiare tutti i partecipanti trasmettendo il grande entusiasmo dello sport insieme alla gioia della fatica, la leva che permette le grandi conquisti sportive”.

Prima della presentazione di una ricerca inedita dell’IREF sulla mobilità sociale e la cultura democratica in Italia, la storica dell’arte Giovanna Brambilla ha illustrato alcune opere in cui gli artisti, al contrario dei politici, hanno messo l’accento sui temi del lavoro e dell’immobilità sociale. I due ricercatori dell’Iref,  Gianfranco Zucca e Federica Volpi, hanno illustrato la ricerca che per analizzare la mobilità sociale ha confrontato la posizione nella scala occupazionale di una persona con quella dei suoi genitori. Metà del campione ha mantenuto la propria origine familiare, mentre l’altra metà si è mossa. Per quasi un italiano su dieci l’esito del percorso di mobilità ha segnato un declassamento. È seguito un dibattito che ha visto la partecipazione del Prof. Gianfranco Viesti si è concentrato su 5 grandi spaccature  presenti nel nostro Paese che sono alla base dell’immobilità sociale: tra chi ha patrimoni e chi no; tra chi ha istruzione e chi no; tra uomini e donne; tra giovani e più maturi; tra Nord e Sud. Di queste fratture devono ragionare le politiche pubbliche”. È intervenuta anche la costituzionalista Tania Groppi secondo la quale “se viene meno la coesione sociale una democrazia pluralista e costituzionale, come quella italiana, non può sopravvivere”. “Salute, mobilità e servizi fondamentali – ha detto Fabrizio Barca – non possono essere scritti in maniera uguale per tutti i territori ma con politiche rivolte ai luoghi”.

La giornata si è chiusa con un dibattito organizzato presso FICO, a pochi chilometri da Bologna, con un dibattito su mobilità,  democrazia e diseguaglianze nella società di oggi. Hanno dialogato tra loro Giulio Santagata che ha sottolineato come sia necessario puntare sulla coesione e su di un’economia basata soprattutto sulla persona, il prof. Stefano Zamagni che ha concentrato il suo intervento sul cambio di paradigma necessario nella nostra economia: “il compito delle imprese dovrebbe essere quello di massimizzare il valore sociale e non il profitto”. L’ex Vicepresidente della Regione Emilia-Romagna ora eurodeputata a Bruxelles, Elisabetta Gualmini, ha concentrato il suo intervento sulle diseguaglianze che oggi sono ancora troppe “quando il compito di una democrazia compiuta dovrebbe essere proprio quello di cucire le diseguaglianze rispondendo ai desiderata dei cittadini”.

 

13 settembre

La seconda giornata del 52° Incontro nazionale di Studi si è aperta con un momento di spiritualità guidato dall’accompagnatore spirituale delle Acli, Don Giovanni Nicolini: “anche un’associazione come quella delle Acli è chiamata a guardare i più piccoli, come Gesù ha fatto con Zaccheo. In questo particolare momento politico della storia italiana dove sembra che gli ultimi debbano essere scartati, abbiamo un compito ancora più grande perché dobbiamo davvero accompagnare gli scartati della società e farci come loro”.

La mattinata è proseguita con i laboratori tematici:
Animare le comunità” è stato un momento di riflessione e proposte su cosa vuol dire “prendersi cura” delle comunità, una presenza continua e radicata che le Acli realizzano attraverso una progettualità a rete diffusa su tutti i territori.

Un laboratorio dinamico quello organizzato dai Giovani delle Acli “GA Generazioni in movimento”. Gruppi tematici in cui si affronta il tema della mobilità sociale attraverso l’educazione informale, perché per migliorare la condizione e le opportunità dei giovani bisogna lavorare sulle competenze trasversali.

Welfare e lavoro sono diritti fondamentali e le Acli sono impegnate da sempre a sostenerli e a promuovere tutte le iniziative necessarie per garantirli a tutti i cittadini. Proposte e approfondimenti di questi i temi al centro del laboratorio “Acli Missione Lavoro e Welfare”.

Il laboratorio “Acli4Africa” ha raccontato le tante esperienze di IPSIA ACLI e Acli in Africa, con l’obiettivo di far conoscere nei territori le attività promosse all’estero e i progetti di cooperazione internazionale, che portano sviluppo e formazione in tanti Stati del continente, realizzati in partnership anche con realtà africane.

La seconda sessione di lavori si è aperta con l’esposizione della ricerca sulle periferie da parte di Danilo Catania: “abbiamo condotto la ricerca sulle periferie come si faceva un tempo, incontrando le persone, vivendo quello che vivono loro”. “Le periferie devono uscire fuori da un luogo comune che le descrive solo come problema di una città” ha detto Paola Villa, della Presidenza nazionale. È intervenuto anche l’antropologo Francesco Remotti che ha sottolineato la necessità di luoghi e spazi dove le persone possano incontrarsi e confrontarsi democraticamente per far crescere davvero una città”.

Il 13 settembre è stato anche il giorno dedicato all’incontro con il mondo della politica. Dopo l’incontro con il premier Giuseppe Conte nell’edizione 2018, quest’anno è venuto il neo Ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, “È per me un onore fare la prima uscita pubblica qui alle Acli – ha esordito il ministro – l’associazionismo cattolico si è sempre impegnato per l’emancipazione sociale e la crescita del Paese. Voglio manifestarvi oggi la grande attenzione del Governo verso il Terzo Settore e la volontà di dialogare con l’associazionismo, di cui le Acli sono una parte importante”.

Il pomeriggio è proseguito con un dialogo con la politica, ospiti il segretario del PD Nicola Zingaretti e Sestino Giacomoni, membro del coordinamento di Forza Italia, che hanno esposto alla platea le loro diverse ricette politiche ed economiche per far ripartire il Paese, il lavoro, l’economia. Zingaretti ha spiegato con queste parole la nascita della nuova compagine governativa con il Movimento 5 Stelle: “Abbiamo voluto fare una grande scommessa per ridare al nostro Paese la speranza che con un buon governo della cosa pubblica si possa vivere meglio domani”.

Società civile e ruolo dei cattolici in politica sono stati i temi della tavola rotonda a cui hanno partecipato il Segretario Generale della Cisl Annamaria Furlan che ha sottolineato come  “il tema del lavoro, fondativo della nostra Repubblica, sia trascurato forse perché considerato di poco “appeal” a fini elettorali; il Presidente di Confcooperative Maurizio Gardini ha chiesto al nuovo governo più investimenti su formazionecultura e innovazione, temi fondamentali, come affrontare il tema della lotta al caporalato e della sicurezza sul lavoro”;  il Presidente nazionale delle Acli, Roberto Rossini ha concluso conclude con una riflessione su cattolici e politica: “un buon cattolico oggi partecipa in modo democratico al dibattito pubblico ed ha sempre una parola convergente e non divergente, che vada incontro a tutti”.

La lunga giornata si è conclusa con un dibattito aperto al pubblico che si è svolto all’interno di Palazzo Accursio, sede del Comune di Bologna che ha contribuito all’organizzazione dell’Incontro di Studi.
Il dialogo su “I Cristiani e la città” ha avuto come protagonisti Mons. Matteo Zuppi, Romano Prodi, il presidente delle Acli Roberto Rossini e l’attore Ivano Marescotti che ha raccontato la sua esperienza e il ruolo decisivo della scuola. “Sono un esempio di mobilità sociale. Provengo da una famiglia di braccianti agricoli da tre generazioni – ha detto Marescotti – Sono stato il primo a poter accedere alla istruzione, ed è stata la scuola a darmi la libertà di scegliere il mio percorso di vita”. Romano Prodi ha parlato dell’importanza di un’Europa forte e coesa: “se non abbiamo capito il senso della necessità dell’Europa vuol dire che non capiamo la storia. Un’Europa unita è l’unico modo per affrontare i contrasti tra Usa e Cina”.
L’Arcivescovo  Zuppi ha affermato che “bisogna tornare nelle periferie, è lì che io ho imparato qualcosa del vangelo”. “Il cristiano contribuisce insieme agli altri a costruire la città di tutti, dice qual è l’anima delle città”, è stata la riflessione del Presidente Rossini a conclusione dell’incontro.

 

14 settembre

La terza e ultima giornata dell’Incontro di Studi si è aperto con una riflessione dell’accompagnatore spirituale delle Acli, Don Nicolini sul tema “Le religioni giustificano le disuguaglianze?” a cui si è aggiunto il contributo della teologa Shahrzad Houshmand Zadeh. La riflessione della teologa ha avuto come fulcro un appello a tutti gli uomini e le donne di buona volontà, al di là del credo, a costruire tutti insieme “una fratellanza a favore dell’intera umanità”. Perché “Ognuno è unico nel suo genere, è il mistero della vita che ci crea degni di esistere e di essere liberi, uguali nella dignità, seppure diversi uno dall’altro”.
Don Nicolini ha evidenziato l’importanza dell’incontro tra fedi diverse. In questi anni c’è stata una accoglienza e interesse reciproco tra Islam e Cristianesimo che ci arricchisce tutti. Le disuguaglianze sono semplicemente l’enorme fantasia dello spirito di Dio”.

La sessione conclusiva dell’Incontro nazionale di Studi ha aperto un focus sulle conseguenze dell’immobilità sociale “Ci troviamo in un paese distopico, dove contano più le percezioni che la realtà dei fatti – ha detto Nando Pagnoncelli, AD di Ipsos, – ma non dobbiamo mai perdere la speranza per il futuro perché la mobilità sociale si può sbloccare”. “In questo momento è molto probabile che i nostri figli erediteranno quello che siamo ed è anche colpa nostra che sovrastimiamo l’immobilità sociale finendo per giustificare lo status quo” ha aggiunto la psicologa Chiara Volpato. “La mobilità sociale porta anche a fenomeni quali il populismo ma non dobbiamo illuderci che si possano combattere solo mettendo l’accento sugli aspetti negativi” è stata la riflessione con cui il politologo Marco Tarchi ha chiuso la sessione.

Prima delle conclusioni e dei ringraziamenti da parte del Presidente nazionale, nel suo breve intervento Lo storico Alberto Melloni  ha affermato che “oggi la Chiesa cattolica è l’unica realtà presente ovunque nel nostro Paese, da nord a sud, e in una società lacerata come la nostra può avere un ruolo fondamentale di coesione, che va ben al di là della politica”.

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