mercoledì, Dicembre 11, 2024
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    1985-1995 Solidarietà e pace

    Breve storia delle ACLI 1985-1995

    Il 16° Congresso (Roma, 24-27 gennaio ‘85) è l’ultimo della presidenza Rosati, la più lunga nella storia delle Acli. Durante la sua presidenza le Acli si sono impegnate nella riaffermazione di una propria identità autonoma da logiche di partito. L’idea è quella di chiamare il civile a farsi soggetto politico, in grado di spingere avanti un programma di riforme delle istituzioni. Rosati si dimette il 12 maggio 1987 per candidarsi al Senato nelle liste della DC. Al suo posto il Consiglio nazionale elegge Giovanni Bianchi. In questi anni, mentre a livello internazionale si verifica il crollo dei regimi comunisti, la situazione sociale e politica del Paese entra in una accelerata fase di transizione. Si assiste alla crisi del politico e dello stato sociale, una delle conquiste più importanti delle lotte dei lavoratori.

    Al 17° Congresso (Milano, 30 gennaio-2 febbraio ‘88) le Acli si configurano come lobby democratica e popolare. Le iniziative si sviluppano su tre versanti: la riforma del sistema politico, l’impegno per la crescita dell’autonomia della società civile e l’approfondimento della dimensione ecclesiale.

    Il 18° Congresso (Roma, 4-8 dicembre ‘91), con la grande udienza papale, è un momento memorabile nella storia delle Acli: l’episodio più visibile di una ricerca religiosa mai interrotta, sostenuta dall’accompagnamento del gesuita Padre Pio Parisi, particolarmente valorizzata nel corso della presidenza Bianchi. Gli incontri annuali di spiritualità a Urbino, dal titolo Convertirsi al Vangelo. Vie nuove per la politica, sono i momenti forti di questo percorso: passando dalla ispirazione cristiana alla vita cristiana nelle Acli.

    Nella consapevolezza della novità e della rapidità del mutamento dei processi economici, sociali e politici in atto, viene convocato un Congresso straordinario, il 19° (Chianciano 8-11 dicembre ‘93). Giovanni Bianchi nella sua relazione ricorre all’immagine biblica dell’esodo di Abramo ed indica alle Acli una fase costituente in cui realizzare un percorso non di semplice rinnovamento, ma di vera e propria rifondazione. Giovanni Bianchi lascia la presidenza nazionale delle ACLI nel 1994 per candidarsi nelle file del Partito popolare, di cui diverrà presidente, e viene sostituito alla guida dell’associazione da Franco Passuello il 4 marzo 1994