mercoledì, Dicembre 11, 2024
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    1995-2005 Nuove convivenze, nuovi lavori

    Breve storia delle ACLI 1995-2005

    Nel corso del 1995 le Acli promuovono un denso programma di iniziative per la ricorrenza del primo cinquantenario della propria fondazione, culminate il 1°maggio in una partecipata ed emozionante manifestazione pubblica a Piazza San Pietro al termine della quale Giovanni Paolo II rivolge un caloroso saluto e l’esortazione ad elaborare una nuova cultura del lavoro, attenta alle esigenze integrali dell’uomo e rispettosa dei diritti delle persone, solidale verso i piccoli e i deboli.

    II 20° Congresso (Napoli, 28-31 marzo ‘96) approva il nuovo patto associativo e riconferma alla presidenza Franco Passuello. Per la prima volta nella storia delle Acli il presidente è eletto direttamente dai delegati. Il 12 novembre 1998 Franco Passuello si dimette per diventare dirigente organizzativo del Partito Democratico della Sinistra; viene sostituito alla guida dell’associazione da Luigi Bobba.

    Il 21° Congresso si svolge a Bruxelles (31 marzo-2 aprile 2000), per la prima volta nella storia fuori dai confini nazionali. La scelta di celebrare il congresso nel cuore dell’Unione Europea è motivata dall’esigenza di mettere in evidenza, fuori e dentro l’associazione, la dimensione internazionale ed europea delle sue elaborazioni, delle sue pratiche sociali e della sua strategia complessiva: senza un orizzonte europeo non avrebbe senso neppure pensare la funzione dell’associazione in una realtà nazionale. Il Congresso affronta anche il nuovo tema della cittadinanza europea, in una fase in cui l’Unione era in piena espansione, con l’ingresso di nuovi Paesi. Secondo le Acli un processo meramente politico non è sufficiente e oltre alla moneta e al mercato unico, è necessario mettere in moto un processo di legittimazione da parte dei popoli.

    Il 22° Congresso (Torino, 1-4 aprile ‘04) segna da parte dell’associazione la piena assunzione della globalizzazione come nuova questione sociale e sfida ad interpretare i nuovi bisogni e le nuove emergenze. La scelta di Torino, città emblematica del lavoro e della sua ricca storia, indica anche la fedeltà al dna aclista e ai suoi valori fondativi, culturali e spirituali. La fraternità come paradigma politico in una logica di accoglienza, solidarietà e interdipendenza, è il filo conduttore del congresso delle Acli. Si sente forte la necessità di ripensare i campi tradizionali dell’azione sociale: economia e lavoro, welfare e democrazia, ma anche di aprirsi a sfide inedite nel tempo della globalizzazione, per essere una associazione di frontiera. In questo Congresso viene fatto proprio l’invito che Giovanni Paolo II aveva rivolto alle Acli il 27 aprile 2002: quello di allargare i confini dell’azione sociale, per assumere quei temi e quei problemi – in particolare del Sud povero del mondo – come parte ordinaria e integrante dell’azione associativa delle Acli. Fra le altre proposte delle Acli, anche la cosiddetta dote di formazione per cui a ogni cittadino deve essere garantito il diritto alla formazione in una fase storica in cui sono le competenze a fare la differenza