Federazione Acli Internazionali: Emiliano Manfredonia è il nuovo Presidente. Matteo Bracciali confermato vice

“La nostra presenza all’estero al servizio della migrazione italiana è un pezzo importante della nostra identità associativa. Le ACLI continueranno a essere un riferimento e un sostegno a chi sceglie di costruire il proprio futuro in altro paese”. Emiliano Manfredonia è stato eletto all’unanimità Presidente della Federazione Internazionale delle ACLI.

La storia delle Acli radica l’associazione nei territori, nei luoghi, nelle comunità, tra la gente dai quali essa è originata e ne è ancora testimonianza.

Testimone delle vicende umane e collettive, sociali, economiche, culturali in cui ha caratterizzato la sua presenza finalizzata a sviluppare la crescita complessiva dell’uomo attraverso l’azione educativa e sociale e le risposte concrete ai bisogni emergenti.

L’esperienza aclista, il sistema associativo e di servizi in Italia e nel mondo è unito da questo “filo valoriale” con cui si trasmette e vive l’identità specifica di questa associazione nel panorama italiano prima ed europeo e mondiale.

La stessa “mondialità” delle Acli nasce con il seguire, accompagnare, tutelare i lavoratori italiani nei Paesi nei quali emigravano ed ancora oggi emigrano.

Le Acli, quindi, si fecero “emigrante”. Dai modesti tavoli di servizio del Patronato per la tutela previdenziale e assistenziale vivono le sofferenze dell’emigrazione. Dalla successiva costituzione di Circoli associativi, luoghi sociali, ricreativi e culturali, hanno vissuto e vivono la condizione del “migrante”: cittadino del mondo soggetto di diritti universali ovunque vive la sua esistenza quotidiana. La vocazione internazionale dell’associazione si è incarnata così nei tessuti socioculturali dei Paesi dove le Acli sono presenti con esperienze associative e di servizio che hanno accompagnato i nostri connazionali emigratì e trasformano le sedi estere in luoghi di “nuove frontiere” del movimento aclista.

L’essere su queste frontiere richiama allora, continuamente, la necessità di svolgere il ruolo di un associazionismo moderno che della tutela dei diritti, della difesa dei valori della pace, del lavoro e dello sviluppo giusto e solidale, fa il suo impegno prioritario nelle città, nei territori, nelle comunità dove si propone. Ciò lo impone lo stesso fenomeno delle migrazioni, vissuto ormai nella sua complessità anche dal nostro Paese che, in questi ultimi 30 anni, è divenuto terra di immigrazione. Le Acli sono state certamente testimoni e protagoniste di una emigrazione sofferta e corposa che ha lasciato profondi segni, nel bene e nel male, ancora presenti nel tessuto sociale, culturale ed economico dell’Italia.

Si è vissuto e stiamo vivendo uno dei grandi fenomeni sociali della storia dell’uomo, determinato spesso da ingiustizie e condizioni economiche, sociali e politiche da superare ed eliminare.

È  un campo, questo, in cui le Acli si sentono impegnate, coscienti anche del fatto che il “cittadino italiano nel mondo” aspetta ancora da “emigrante” risposte a bisogni e diritti da riconoscere ed acquisire. Diventa allora prioritaria l’azione per la tutela dei diritti di cittadinanza, insieme all’accompagnamento ad una piena integrazione sociale, politica ed economica, che abbia sempre al centro la questione del lavoro.

Queste direttrici sostengono la presenza delle Acli nelle terre che hanno accolto milioni di italiani le cui comunità sono, oggi, in rapido cambiamento. Esse, infatti, chiedono sempre più partecipazione, rappresentanza, nuova cittadinanza nei territori in cui sono insediate, ma anche nel Paese da cui provengono. Le Acli sono presenti nel mondo in circa 40 Paesi con migliaia di luoghi, sedi, recapiti in tutti i continenti. Le Acli degli italiani nel mondo sono partecipi di vicende sociali ed ecclesiali le più diverse, parti molteplici e plurali di un unico, grande sistema associativo

Confermato nel ruolo di Vicepresidente Matteo Bracciali che ha coordinato le attività della FAI negli ultimi quattro anni. “Questo è il venticinquesimo anno dalla costituzione della federazione, una intuizione straordinaria che ha saputo tenere insieme la nostra vocazione internazionale che si sostanzia con il posizionamento dell’associazione in grandi battaglie culturali a favore del rafforzamento dell’identità europea e poi con l’adesione a campagne internazionali come, ad esempio, quella sulla messa al bando delle armi nucleari e quella  sulla tassazione delle rendite finanziarie. Oggi è il tempo di immaginare i prossimi venticinque anni di FAI: crescono buone prassi che ci hanno permesso di trasformare i nostri spazi in luoghi di scambio non esclusivo dell’associazione, utilizzati anche per attività «utili» e «generative». Le buone prassi crescono soprattutto dove si è investito in competenze legate alla capacità di progettazione che riguardano mobilità e cittadinanza europea e noi vogliamo continuare su questa strada”.

Insieme a Manfredonia e Bracciali completano il CDA Paolo Ferri, coordinatore delle attività estere del Patronato ACLI, Giannino D’Angelo, Presidente delle ACLI in Gran Bretagna e Carla Casaburi, Presidente del Circolo di Esch sur Alzette in Lussemburgo.

L’assemblea generale ha eletto all’unanimità anche i sei consiglieri nazionali delle ACLI italiane che lo statuto delle ACLI assegna alla FAI e sono Maria Chiara Prodi, Giuseppe Rauseo, Duilio Zanibellato, Carolina Casati, Roberto Paletta e Matteo Bracciali.