75° Acli: La fedeltà alla democrazia negli Incontri Nazionali di Studi

Nei primi Incontri Nazionali di Studi delle ACLI (Il movimento operaio, Perugia 1952; Il mondo contadino, La Verna 1953; Presenza cristiana nel mondo del lavoro; La formazione dei lavoratori, La Mendola 1955), il tema della fedeltà alla democrazia non è trattato esplicitamente.
Nella nuova Repubblica democratica, fondata sul lavoro, l’attenzione primaria al movimento operaio e al mondo contadino da parte delle ACLI comporta il superamento dell’ostilità-diffidenza tra [dt_tooltip title=”paese reale e paese legale”]Espressione entrata a far parte del lessico politico moderno e contemporaneo per indicare il contrasto esistente tra le classi popolari di un Paese e quelle che detengono il potere politico.[/dt_tooltip] e significa rendere i lavoratori protagonisti della nuova cittadinanza solidale e partecipata. Di qui il forte e originale impegno nella formazione religiosa, civile e professionale dei lavoratori, per una loro piena maturazione democratica e una attiva partecipazione alla vita economica, sociale e politica del Paese.
Nell’Incontro Nazionale di Studi di La Mendola del 1956, L’azione sociale aclista, la relazione del presidente Dino Penazzato è esemplare al riguardo: «Il movimento va sempre più decisamente inserendosi, con varie forme, al centro della vita politica; esso acquista consapevolezza che certi problemi del mondo del lavoro possono e debbono risolversi attraverso la vita politica, che esso tende a orientare perché risponda alle proprie esigenze di rinnovamento sociale. L’azione politica diviene così uno dei modi di essere significativi e determinanti del movimento operaio e si esprime con la partecipazione al potere di tutto il popolo e delle grandi masse organizzate».
Il convegno dell’anno successivo, sul tema I lavoratori e i problemi dello Stato in Italia, affronta un altro argomento centrale: la dialettica tra democrazia formale e democrazia sostanziale. 
Una breve citazione della relazione di Penazzato è illuminante: «La democrazia non può essere intesa soltanto come semplice espressione formale del suffragio universale, ma esige ad ogni livello la partecipazione di tutte le energie sociali, ed in particolare di quelle dei lavoratori, nelle corresponsabilità e nello sviluppo dello Stato democratico».
Nell’Incontro Nazionale di Studi Il movimento operaio cristiano di fronte alle regioni, che si tiene a San Pellegrino nel 1963, le ACLI chiedono con forza l’attivazione delle regioni a statuto ordinario, oltre a quelle, già istituite, a statuto speciale. Il presidente Livio Labor, commentando i risultati del convegno afferma che tale richiesta, quanto mai coerente con la lezione sturziana sulle autonomie locali e con il dettato costituzionale, risponde alle esigenze economiche e sociali del paese.
Il richiamo alla democrazia è esplicito anche nel titolo, Movimento operaio, capitalismo, democrazia, del più noto e controverso convegno di studi delle ACLI: quello di Vallombrosa 1970, durante il quale il presidente Emilio Gabaglio propone una ipotesi socialista «per la costruzione di una società di tipo nuovo, autenticamente dal volto umano, in cui sia bandita ogni discriminazione di classe, una società in cui valgano il pluralismo e il metodo della discussione».
Le ACLI nel decennio successivo, configurandosi sempre più come movimento della società civile, riflettono sulla crisi dei partiti e sulla loro resistenza-incapacità a rigenerarsi e ad aprirsi ad essa. 
Il convegno di Vallombrosa del 1980, Governabilità democratica e società civile: quali valori, quale partecipazionee quello di Rimini del 1983, Soggetti sociali, diffusione dei poteri, qualità della politicaoffrono dei contributi di analisi e di proposte al riguardo. 
Nel convegno di Chianciano del 1988, Lo Stato dei cittadini: diritti di cittadinanza e patrocinio sociale nella società complessa, l’attenzione inizia ad essere incentrata sul tema della cittadinanza, la cui dimensione attraversa il piano sociale e quello istituzionale.
Negli anni Novanta le ACLI sostengono con convinzione e impegno, nella stagione referendaria, il passaggio dal sistema elettorale proporzionale a quello maggioritario, al fine di poter garantire non più solo la rappresentanza, ma la governabilità del paese. Nel convegno di Vallombrosa del 1999, Umanizzare l’economia. Democrazia e giustizia sociale alla prova della globalizzazionerilanciano il tema dell’imprescindibile interconnessione tra democrazia e giustizia sociale, soprattutto nel nuovo contesto dell’economia-mondo.  
Nel convegno di Vallombrosa del 2001Verso la democrazia associativa. Il cittadino globale tra solitudine e rinascita della comunità, il presidente Luigi Bobba nella sua relazione chiarisce il significato che le ACLI attribuiscono alla democrazia associativa: «politicità del civile, welfare municipale e comunitario, flessibilità sostenibile, cittadinanza attiva e il  [dt_tooltip title=”Terzo settore”] Con questa definizione si indicano
una serie di enti attivi all’interno del no profit. Vi rientrano, in generale, quegli enti che perseguono finalità solidaristiche o sociali senza scopo di lucro.[/dt_tooltip]
come attore di economia civile e di politica». 
Sempre sul tema della democrazia, nel convegno del 2008 che si svolge a Perugia, Destra e sinistra dopo le ideologie. Democrazia rappresentativa e democrazia d’opinione, il presidente Andrea Olivero sostiene che senza un ancoraggio forte a un sistema di valori condivisi, la democrazia rappresentativa scade in una democrazia d’opinione, facilmente manipolabile.
Il tema della democrazia, infine, è presente anche nel titolo dei convegni del 2015, Giustizia e pace si baceranno. Ridurre le diseguaglianze per animare la democrazia, e del 2016, che si tiene a Roma per dare la possibilità ai convenuti di partecipare al Giubileo della misericordia. Il titolo presceltoPassione popolare. La persona, le Acli, il popolo: la democrazia scritta e quella che scriveremo, indica come le ACLI, scuola popolare e volano di democrazia, restino fermamente convinte che il soggetto imprescindibile e protagonista di essa sia il popolo. 
Nelle conclusioni il presidente Roberto Rossini è, al riguardo, categorico: «la storia ci insegna che se il popolo non va avanti, se non diventa pienamente soggetto, rischia di diventare oggetto nelle mani di chi cerca solo i suoi interessi e non quelli di tutti». 

A cura dell’Archivio Storico delle ACLI 

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  1. Percorrere con sicurezza la strada prescelta dalle Acli; in Azione Sociale n.31del 4 agosto 1957 
  2. L’azione del movimento nelle regioni e per le regioni; Livio Labor, in Azione Sociale n.36 del 4 settembre 1963 
  3. Lo Stato dei cittadini: diritti di cittadinanza e patrocinio sociale nella società complessarelazione del Presidente Giovanni Bianchi al XXVIII Incontro Nazionale di Studi, Chianciano, 13-16/10/1988 
  4. Destra e sinistra dopo le ideologie, relazione introduttiva del Presidente Andrea Olivero al XLI Incontro Nazionale di Studi, Perugia, 9-11/9/2008 

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