Acli Bergamo: “BELLA CIAO”, Acli e Anpi insieme per celebrare la Liberazione

Le radici dell’Europa e dell’Italia affondano nella Resistenza e nella lotta al nazifascismo.
In vista delle celebrazioni del 25 aprile, nel 74° anniversario dalla Liberazione del nostro Paese, per il terzo anno consecutivo ANPI Provinciale e ACLI provinciali di Bergamo promuovono un semplice strumento divulgativo per raccontare le tante iniziative organizzate sul territorio per tenere viva la memoria del recente passato, in un tempo di grandi cambiamenti che rendono ancora più significativo rinnovare con forza il tema della Resistenza.
«Oggi più che mai, di fronte a chi nega, vilipende e tradisce tutto questo dobbiamo combattere i fascismi e i razzismi ed estirpare tutte le diseguaglianze e gli odi. L’intento è ancora quello di dimostrare che esiste un’altra Italia. L’Italia che resiste», come spiegano Daniele Rocchetti, Presidente ACLI Provinciali di Bergamo e Mauro Magistrati, Presidente ANPI Provinciale di Bergamo.
Diverse le attività che si svolgeranno a Bergamo e nei centri della provincia, fino al 3 maggio: presentazioni di libri, rassegne, convegni, teatro, concerti. Per consultare l’intero programma clicca qui.
Il 25 aprile come momento di “ricostruzione” di un Paese che metta al centro il cittadino e la persona a partire dalla Costituzione, strumento che va difeso, riformato e celebrato. Come disse Giovanni Bianchi, già presidente nazionale delle ACLI: «Le parole e lo spirito dei Costituenti devono animarci oggi nello sforzo di ricostruire un Paese che deve cessare di apparire esausto, senza speranza, rassegnato al peggio. Ma che proprio per questo deve recuperare la centralità del lavoro proclamata dalla Costituzione: un lavoro in grado di esprimere le potenzialità della persona e capace di essere ancora una volta luogo dell’inclusione e dell’ordine sociale. Ricostruzione e Costituzione per ripristinare la centralità del cittadino rispetto allo Stato, della persona rispetto alla politica e, soprattutto, all’economia e alla finanza. Non abbiamo che da continuare un percorso cominciato settant’anni fa».