Acli Colf: di fronte all’emergenza coronavirus bisogna tutelare anche colf e badanti

L’emergenza Coronavirus, che in questi giorni sta flagellando il nostro Paese, è alla base di numerose ripercussioni socio-economiche, le cui conseguenze producono, oramai da settimane, gravi disagi. L’intero mercato del lavoro e il complessivo sistema produttivo italiano sono attualmente sotto pressione, con inevitabili disagi per tutti i lavoratori. Tra le categorie più colpite bisogna ricordare quella dei lavoratori domestici, un esercito di oltre 850mila persone le quali sembrano essere state dimenticate dalle recenti disposizioni emanate dal Governo contenute nel decreto “CuraItalia”.

Se da un lato dobbiamo registrare un aumento delle regolarizzazioni, soprattutto al Sud, – per la paura di possibili controlli -, l’estensione agli iscritti Cassa Colf di una copertura sanitaria per il Covid-19 e la sospensione dei pagamenti dei contributi fino al 10 giugno 2020, dall’altra dobbiamo ricordare l’interruzione di numerosi rapporti di lavoro e persino il rientro in patria di molte lavoratrici straniere. Un segnale, questo, che testimonia la difficile situazione delle persone impiegate nel comparto domestico e di cura, ma anche delle famiglie sempre più in difficoltà.

Da tempo, come ACLI Colf, chiediamo la deducibilità delle spese per colf e badanti, la quale, se attuata, consentirebbe di contrastare il lavoro nero, recuperando un gettito stimato intorno ai 3 miliardi di euro. Ma non solo. Vorremmo che il voucher di 600 euro, previsto per le sole baby-sitter, fosse esteso anche alle collaboratrici domestiche, per quanto sembrerebbe che l’Esecutivo stia muovendosi in questa direzione, come testimoniato anche da una recente dichiarazione del Presidente dell’Inps, Tridico.

In ugual misura chiediamo che scatti anche per le colf e le badanti il blocco dei licenziamenti per giustificato motivo oggettivo garantito per 60 giorni e la possibilità della cassa integrazione in deroga. Siamo oltretutto critiche verso la decisione di non prevedere la rimessa diretta del premio di € 100 da parte dell’INPS per i lavoratori alle dipendenze di soggetti che non siano sostituti di imposta (le famiglie, ad esempio), come appunto i datori di lavoro domestici.

Ancora una volta ci troviamo a dover denunciare la scarsa attenzione verso coloro che a buon diritto si possono considerare il vero pilastro del welfare, i quali proprio in queste drammatiche ore sono oltretutto chiamati ad assistere le persone più esposte al Covid-19, senza neppure le dovute precauzioni.

 

Giamaica Puntillo

Segretaria nazionale Acli Colf