Acli Roma: “Emergenza freddo 2019”, con il 5X1000 un progetto per i senzatetto

L’esperienza del progetto “Emergenza Freddo 2019” ha visto le ACLI di Roma aps impegnarsi per 81 giorni presso il centro di accoglienza per persone senza fissa dimoradell’Istituto delle Figlie di Sant’Anna a Roma.
L’iniziativa ha risposto ai tanti appelli pronunciati da Papa Francesco di invito ad offrire sostegno a chi si trova in condizioni di grave difficoltà durante i mesi invernali, quest’anno caratterizzati da un freddo particolarmente intenso.
Un progetto che è andato oltre la distribuzione di cene e colazioni, per dar vita ad un processo di inclusione attiva, rivolto in particolar modo alle donne.
Grazie ai fondi del 5X1000 alle Acli è stato possibile mettere a disposizione sportelli di consulenza dedicati all’esigibilità dei diritti e al counseling psicologico, che sono stati affiancati da preziosi momenti di condivisione e socializzazione, vissuti all’insegna di film e musica.
In totale, durante tutto il periodo di apertura, sono stati distribuiti tra cene e colazioni ben 4050 pasti, accompagnati da 300 kg di pane e pizza e 450 kg di frutta fresca, come arance, pere, mele, ananas, fragole e banane.
Il tutto destinato a circa 60 persone, ospiti del centro di accoglienza.
Ma, al di là dei numeri, pur consistenti, resta la gioia di aver ricevuto più di quanto donato, come ci racconta Giulia Di Gregorio, responsabile dello Sviluppo Associativo ACLI di Roma aps: «Pensavo di essere pronta stavolta. Tutto lasciava presagire che il distacco sarebbe stato lieve. Meno coinvolgimento, più struttura. Delegare ad altri il ruolo di prendersi carico, ma quando “entri” nell’emergenza freddo non puoi restare indifferente…la tua vita si intreccia con le storie di chi vive nella fragilità. Ti impregni della loro paura e della loro solitudine e anche passare un piatto di pasta diventa l’occasione per darti in pasto anche tu. Un successo di numeri per le persone che hanno trovato un’altra collocazione, ma la sensazione di impotenza per chi è tornato in strada prevale. E pensi sempre, tutte le volte, ogni volta…”Forse si poteva fare di più”».
Ma tanto è stato fatto, ad esempio per Daria, ospitata per 20 giorni, il tempo di trovare il coraggio per denunciare il marito violento e cercare una nuova sistemazione lontano da pericoli e minacce. O Irina che ora è diventata un’assistente sociosanitaria grazie ai corsi di formazione. O ancora Silvia, che ha trovato un lavoro come badante e ora può permettersi una casa. Infine Giuseppe, da tempo in attesa di un ricovero di lungodegenza per una malattia cronica, ha trovato nei volontari di via Guicciardini qualcosa in più di un ricovero.