Acli Roma: Giornata della memoria, “Ricordare per non inciampare nell’indifferenza”

Una cartolina con una immagine e una frase, “Ricordare per non inciampare nell’indifferenza”, è l’iniziativa delle Acli di Roma per ricordare, in occasione della Giornata della Memoria che si svolge ogni anno il 27 gennaio in tutto il mondo, i milioni di ebrei vittime dell’Olocausto.
L’immagine riproduce una delle tante “pietre d’inciampo” collocate a Roma e in tutta Europa, targhe di ottone a forma di sampietrino situate davanti alle case di chi venne deportato nei campi di concentramento e non fece più ritorno, vittime di cui leggiamo i nomi incisi.
Le Nazioni Unite decisero di istituire la ricorrenza della Giornata della Memoria ogni 27 gennaio perché in quel giorno del 1945 le truppe dell’Armata Rossa, impegnate in un’offensiva contro la Germania, liberarono il campo di concentramento di Auschwitz, diventato il luogo-simbolo del genocidio degli ebrei da parte dei nazisti.
«Quest’anno – spiega Lidia Borzì, presidente delle Acli di Roma – abbiamo scelto di realizzare una cartolina ad hoc il cui messaggio è “Ricordare per non inciampare nell’indifferenza” perché siamo convinti sia necessario tenere accesi i riflettori sulla tragedia della Shoah che grava pesantemente sulla nostra società, e non solo come memoria». Un appello «affinché la memoria di questa grande tragedia possa essere un monito per costruire un presente e un futuro di pace e fratellanza».
La cartolina è stata donata a Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica di Roma, città che subì il rastrellamento del ghetto e la deportazione di tantissimi ebrei romani, vittime del folle progetto criminale della Germania nazista di Adolf Hitler.
La presidente Dureghello ha affermato l’importanza di prestare la massima attenzione ad ogni segnale d’intolleranza «perché potrebbe essere il sintomo di un male peggiore», sottolineando il valore di iniziative come questa che «ci aiutano nel compito di trasmettere la memoria. Soprattutto nello spiegare come l’indifferenza sia la più grande minaccia a cui dobbiamo reagire».