Acli Svizzera: no all’iniziativa di “attuazione”

Il 28 febbraio i cittadini svizzeri voteranno sulla proposta dell’Udc svizzera di allontanare dal suolo elvetico tutti i colpevoli di reati che non abbiano il passaporto svizzero. L’iniziativa è detta di “Attuazione” perché chiede leggi più severe e in linea con la risposta dei cittadini al referendum del 2010.

L’iniziativa di «attuazione» minaccia il diritto di soggiorno di più di 2 milioni di persone che vivono e lavorano in Svizzera e che dovrebbero essere espulse automaticamente, anche solo se commettono un delitto minore – indipendentemente dal fatto che sono nate e cresciute in Svizzera.

Le Acli Svizzera, insieme a numerosi partiti, associazioni e organizzazioni facenti capo a diverse comunità presenti in Svizzera si sono riuniti per invitare le persone a votare no.

Questi partiti, associazioni o organizzazioni provengono dalle comunità albanese, alevita, araba, curda, francese, italiana, portoghese, serba-slovena-croata-bosniaca, spagnola, tamil, tedesca e turca”. Tra loro anche il Partito democratico, il Psi, la Fcli, la Uim, la rete organizzata dei Second@s e dei patronati italiani, che fanno proprio il documento con cui tutti dicono “no” all’iniziativa dell’Udc d’Oltralpe e che di seguito pubblichiamo integralmente.

“Un automatismo che disconosce il diritto di soggiorno di più di 2 milioni di persone
L’iniziativa di “attuazione” minaccia il diritto di soggiorno di più di 2 milioni di persone che vivono e lavorano in Svizzera, tra loro anche i Second@s, ma che non sono in possesso di un passaporto svizzero. Esse dovrebbero essere espulse automaticamente e senza alcun riguardo per le circostanze, anche solo se commettono un delitto minore, indipendentemente dal fatto che sono nate e cresciute in Svizzera. Anche i “secondos” e le “secondas”, ovvero i giovani stranieri nati e scolarizzati in Svizzera non naturalizzati, rischierebbero di essere coinvolti. La legislazione di applicazione decisa dal parlamento, per quel che concerne l’iniziativa sull’espulsione, prevede già una clausola di applicazione rigida per casi gravi. Ed è proprio quest’ultima che l’iniziativa di “attuazione” respinge.

Corto circuito pericoloso dello stato di diritto
La norma costituzionale proposta sbeffeggia i diritti fondamentali ancorati nella nostra Costituzione, la Convenzione europea dei diritti dell’uomo e l’Accordo di libera circolazione delle persone. Sostituendosi con discrezionalità al legislatore e privando i Tribunali di qualsiasi di giudizio e di margine di apprezzamento, il testo dell’iniziativa viola doppiamente il principio della separazione dei poteri. L’accettazione dell’iniziativa costituirebbe una grave rottura di sistema e avrebbe conseguenze imprevedibili per l’ordinamento giuridico, la sicurezza giuridica e il nostro sistema politico.

Un perfido inganno
La denominazione dell’iniziativa “di attuazione” propone di favorire l’entrata in vigore di qualcosa che è stato deciso già da lungo tempo. Ora, si tratta di un inganno perché l’inziativa “di attuazione” e il catalogo legislativo dei delitti corrispondente vanno ben al di là di ciò che la popolazione aveva deciso di stretta maggioranza con l’accettazione dell’iniziativa sull’espulsione. L’iniziativa non attua i dettami proposti dall’iniziativa sull’espulsione; la rende considerevolmente più stringente.

Le relazioni con l’Ue sono messe in pericolo
Secondo il Consiglio federale, in caso di approvazione dell’iniziativa, più di 10.000 persone saranno espulse automaticamente dalla Svizzera – senza alcun riguardo delle circostanze. In questo modo, la Svizzera violerebbe ogni anno mille volte l’accordo sulla libera circolazione delle persone. L’approvazione dell’iniziativa di “attuazione” ancorerebbe quindi nella Costituzione svizzera un altro articolo in grado di distruggere le buone relazioni con l’Unione Europea.

Le migranti e i migranti hanno un’influenza considerevole
In questi ultimi anni la Svizzera ha concesso la cittadinanza svizzera a più di un milione di persone. Circa 880.000 svizzeri e svizzere di più di 15 anni d’età possiedono una seconda nazionalità. Se tutti questi nuovi cittadini elvetici, che sono arrivati in Svizzera a seguito di una migrazione, partecipano alle votazioni, esse possono creare delle maggioranze. Un “no” all’inumana iniziativa di “attuazione” è quindi possibile se tutte queste persone andranno davvero a votare!

Abbiamo bisogno del vostro sostegno
Il Partito democratico, il PSI in Svizzera, le Acli, la Fcli, la Uim, la rete organizzata dei Second@s e dei patronati italiani, numerose associazioni culturali, ricreative e di carattere sociale, diverse associazioni delle facoltà di italianistica, hanno aderito al comitato nazionale impegnato nella campagna contro questa inumana iniziativa popolare. Siamo impegnati per affermare l’uguaglianza di tutti/e i/le migranti sia nell’ambito politico sia in quello economico, sociale o culturale. Noi esigiamo che vi sia una partecipazione paritaria dei migranti nella vita del paese, lottiamo contro ogni discriminazione e collaboriamo strettamente con i partiti, le associazioni e le organizzazioni svizzere che rappresentano tutte le persone coinvolte nella migrazione.

Il comitato nazionale che si batte contro l’iniziativa popolare lanciata dal partito Udc non può contare su sostegni finanziari, ciò che rende la sfida molto difficile. A questo proposito le donazioni sono da inviare a: PS Suisse, 3001 Berna, PC 30-28039-3, IBAN CH45 0900 0000 3002 8039 3, con la menzione “PS Migranti, campagna attuazione.

Sono disponibili volantini gratuiti in lingua italiana, che possono essere richiesti per sms al numero 076 571 1945. Per ulteriori informazioni inviare una sms allo stesso numero di telefono”.