Il movimento: passione popolare

Uno slogan per una pista per l’associazione che sintetizza bene il Gazebo sul Movimento è mobilitare per ravvivare legami associativi. Tali forme di mobilitazione avranno la forza di innescare processi di attivazione sociale e civica se alimentate da chiare proposte associative e d’impegno sociale.

Il tema trattato nel Gazebo durante lIncontro di studi è Movimento popolare: come incentivare forme di mobilitazione creative

Al gazebo hanno preso parte 33 persone.Il clima è stato di attenzione e di apertura al confronto.

I lavori del gazebo sono iniziati alle 16:10 con oltre un’ora di ritardo rispetto al programma. Malgrado ciò, per garantire comunque un tempo congruo per il confronto tra i partecipanti, in accordo con i relatori, si sono compressi i loro tempi di esposizione delle presentazioni.

La cronologia degli interventi è stata la seguente: dieci minuti di presentazione ed introduzione dei tempi del Gazebo da parte di Matteo Bracciali e Agnese Ranghelli; dalle 16:20 alle 16:50, relazione dell’esperto (Luca Raffaele – Next); dalle 16:55 alle-17:15, testimonianza di Danilo Parente (Acli di Benevento); dalle 17:15 alle 18:15, confronto e discussione.

Nel suo intervento Luca Raffaele ha focalizzato l’attenzione sulle forme creative di mobilitazione. La presentazione ha suscitato un vivo interesse da parte della platea. Oltre all’indubbia curiosità dei partecipati per i temi trattati, a rendere efficace la comunicazione hanno contributo l’atteggiamento spigliato e professionale del relatore e il taglio non verboso e ricco di esempi dato alle slide.

Sui contenuti: il tema portante della relazione è il passaggio, non sempre automatico, da una mobilitazione di protesta ad una di proposta. Tale passaggio è fondamentale per dar vita a ad azioni non estemporanee e ad ampio respiro. 

La mobilitazione di proposta, per essere efficace,deve poggiare su un solido basamento di valori condivisi, idee – anche poche, ma  – chiare e contenuti comprensibili ai più. Ma tale basamento da solo non è sufficiente allo sviluppo di una mobilitazione incisiva, in grado di attivare processi, c’è bisogno anche di un’organizzazione. Dal lato operativo è importante attivare – ed incentivare la creazione di – capitale sociale per creare ampie reti di scopo, coinvolgendo soprattutto i territori e, più in dettaglio, le comunità locali. 

Danilo Parente ha raccontato dell’iniziativa delle Acli di Benevento per sensibilizzare l’opinione pubblica sui danni prodotti, al tessuto economico beneventano, dall’alluvione del 15 ottobre 2015.

Le Acli di Benevento hanno raccolto l’appello, partito dal circuito dei social, #SaveRummo in cui si chiedeva ai consumatori di acquistare un chilo di pasta Rummo per consentire al pastificio, colpito dall’alluvione, di ripartire in breve tempo, rimettendo in piedi uno dei comparti più importanti dell’economia beneventana. Danilo Parente ha illustrato, con un ricca rassegna fotografica, le azioni di sensibilizzazione che le Acli di Benevento, in particolare i giovani aclisti,  hanno realizzato sul loro territorio, arrivando anche a sviluppare mobilitazioni all’acquisto che si avvicinano a quelle tipiche del Cash Mob Etico.

Entrambi gli interventi hanno sollecitato riflessioni da parte dei partecipanti. Soprattutto la relazione di Luca Raffaele ha generato un vivace confronto su questioni che attengono alla capacità del sistema Acli di produrre proposte su cui mobilitarsi. Il fuoco della discussione è sembrato più legato al Cosa proporre più che al Come mobilitarsi. Indicative, a riguardo, sono state le frasi che la platea ha coniato per sintetizzare i contenuti del gazebo:

muovere idee per mobilitare processi; non è la forma che mobilita, ma il contento; una buona mobilitazione cresce dal terreno (parte dal basso); le 3P del movimento popolare: proposte, persone, processi; ci si muove se si è fermi sul punto: prendere posizione elaborando pensiero.