Le Acli e la nascita della Democrazia in Italia

parole di Achille Grandi la redazione del “Giornale dei Lavoratori”, settimanale delle ACLI, si chiede quale contributo debbano dare i lavoratori alla Costituente e per questo lancia l’idea di un’inchiesta che prende il nome di “Che cosa chiedi alla Costituente?”, in cui i lavoratori, anche delle più modeste condizioni, possano avanzare le loro proposte: «Ognuno pensi, per un attimo, di essere un deputato, e mediti un po’ su quello che, in tale condizione, chiederebbe all’Assemblea Costituente, al problema che gli sembra più importante risolvere».
Le prime risposte sono semplici e piuttosto ingenue, così di fronte a questi primi responsi la redazione si sente in dovere di precisare quello che la Costituzione può fare e quello che non le si può chiedere. A partire dal 1946 la rubrica ospita opinioni e proposte sempre più appropriate, segno che si preferisce pubblicare le risposte provenienti dai lavoratori più colti e competenti in materia.
Il “Giornale dei Lavoratori” in vista delle imminenti elezioni dedica ai problemi della Costituente un numero speciale, nell’editoriale il Presidente Nazionale delle ACLI Ferdinando Storchi scriveva: «Ma quel che più importa oggi sottolineare è che non già dal volere dispotico del dittatore dipenderà il nostro domani. […]” target=”_blank”>tecipano con entusiasmo alla nascita della Democrazia repubblicana.
Grandissima attenzione è rivolta alla partecipazione dei lavoratori al Referendum del 2 giugno 1946, con cui i cittadini sono chiamati a scegliere tra la Repubblica o la Monarchia e con cui si sarebbero eletti i rappresentanti dell’Assemblea Costituente, cioè l’organo legislativo preposto alla stesura della Costituzione Italiana. Facendo proprie le
75 ANNI DI FUTURO
LE ACLI FEDELI AL LAVORO