Le ACLI partecipano con entusiasmo alla nascita della Democrazia repubblicana.
Grandissima attenzione è rivolta alla partecipazione dei lavoratori al Referendum del 2 giugno 1946, con cui i cittadini sono chiamati a scegliere tra la Repubblica o la Monarchia e con cui si sarebbero eletti i rappresentanti dell’Assemblea Costituente, cioè l’organo legislativo preposto alla stesura della Costituzione Italiana. Facendo proprie le parole di Achille Grandi la redazione del “Giornale dei Lavoratori”, settimanale delle ACLI, si chiede quale contributo debbano dare i lavoratori alla Costituente e per questo lancia l’idea di un’inchiesta che prende il nome di “Che cosa chiedi alla Costituente?”, in cui i lavoratori, anche delle più modeste condizioni, possano avanzare le loro proposte: «Ognuno pensi, per un attimo, di essere un deputato, e mediti un po’ su quello che, in tale condizione, chiederebbe all’Assemblea Costituente, al problema che gli sembra più importante risolvere».
Le prime risposte sono semplici e piuttosto ingenue, così di fronte a questi primi responsi la redazione si sente in dovere di precisare quello che la Costituzione può fare e quello che non le si può chiedere. A partire dal 1946 la rubrica ospita opinioni e proposte sempre più appropriate, segno che si preferisce pubblicare le risposte provenienti dai lavoratori più colti e competenti in materia.
Il “Giornale dei Lavoratori” in vista delle imminenti elezioni dedica ai problemi della Costituente un numero speciale, nell’editoriale il Presidente Nazionale delle ACLI Ferdinando Storchi scriveva: «Ma quel che più importa oggi sottolineare è che non già dal volere dispotico del dittatore dipenderà il nostro domani. […] La nuova Costituzione è, dunque, nelle nostre mani. Se vorremo che sia ispirata a criteri di libertà, non avremo che a dare il nostro voto a quanti ci danno sicure garanzie di affermarli e difenderli contro ogni nuova possibile dittatura, qualunque dovesse essere il colore sotto il quale avesse a presentarsi». La vittoria della Repubblica sulla monarchia nel referendum del 2 giugno 1946 è accolta entusiasticamente e il “Giornale dei Lavoratori” scrive: «La scelta è stata la scelta di un popolo libero, di un popolo che sa, di un popolo che pone la democrazia come base non discutibile della sua vita politica». Risultano 32 gli aclisti eletti nell’Assemblea Costituente, a dimostrazione dell’importante presenza delle ACLI nel momento fondativo della democrazia italiana.
A cura dell’Archivio Storico delle ACLI
- Il Giornale dei Lavoratori n.44 del 4-11 novembre 1945
- Il Giornale dei Lavoratori n.45 dell’11-18 novembre 1945
- Il Giornale dei Lavoratori n.48 del 2-9 dicembre 1945
- Il Giornale dei Lavoratori n.8 del 24 febbraio-3 marzo 1946
- Il Giornale dei Lavoratori n.18 del 5-12 maggio 1946
- Il Giornale dei Lavoratori n.23 del 9-16 giugno 1946
- Il Giornale dei Lavoratori n.25 del 23-30 giugno 1946