Le Acli Venezuela sui risultati delle elezioni anticipate

Il Venezuela è andato alle elezioni e – dopo la crisi costituzionale del 2017 – il presidente uscente Nicolàs Maduro è stato rieletto con il 67% dei voti, nonostante un’affluenza molto bassa alle urne: soltanto il 46% dei venezuelani. Questo risultato è il peggiore registrato negli ultimi 20 anni per il Paese, di fatto solo 1 venezuelano su 3 ha scelto Maduro presidente. In una situazione di crescente isolamento del Venezuela, dal resto del continente e del mondo, si registrano dati drammatici anche a livello economico: il Fondo Monetario Internazionale (FMI) stima che l\’inflazione nel 2018 arriverà al 13.865%, un dato così elevato che sembra apparentemente inutilizzabile e inconciliabile con l’economia odierna e rischia di pesare sul Venezuela per moltissimi decenni a venire.

Italo Benedusi, delle Acli Venezuela, interviene nel dibattito sulle elezioni: «il governo non ha inviato messaggi di un possibile cambio nella sua politica economica e sociale. Ormai il processo iper-inflazionario vede un orizzonte che può chiudere il 2018 al 14.000%, e fino al 160.000% nel 2019. I prezzi si sono triplicati nella ultima settimana. Il Fondo Monetario Internazionale – osserva Benedusi – stima che nel biennio 2017-18 il prodotto interno lordo diminuirà del 30%».

«Scarseggia un po’ tutto, dagli alimenti alle medicine – concludono le Acli Venezuela –  L’emigrazione, iniziata tre anni fa nelle classi più abbienti e in seguito fra i giovani professionisti, è arrivata al livello della popolazione disagiata. Il paese si sta svuotando.

Queste osservazioni trovano conferma nei dati dell’UNHCR, l’Agenzia ONU per i rifugiati, che parla di un milione e mezzo di venezuelani che hanno deciso di lasciare il loro paese.

Un’ulteriore considerazione sui risultati delle elezioni è legata alla data di inizio del mandato presidenziale: febbraio 2019. «Anche se i cittadini venezuelani avessero preso una decisione diversa – dichiara Benedusi – e avesse vinto l’opposizione, Maduro sarebbe comunque rimasto in carica per altri 8 mesi. Questa particolare mostra quanto le elezioni siano state programmate, organizzate e realizzate con una meta ben precisa e a qualsiasi costo: il governo doveva mantenersi saldamente in sella».

Quanto successo, va di pari passo con la preoccupante tendenza – in varie parti del mondo – a cancellare o trascendere i limiti di durata delle cariche presidenziali, come avvenuto di recente in molti Paesi africani e anche in Cina, Turchia e Russia.