Noi Europa

Il 25 marzo 1957, esattamente 60 anni fa, venivano firmati a Roma i Trattati che portavano alla fondazione della Cee, la Comunità economica europea. I primi sei Paesi membri della nuova comunità furono Italia, Francia, Germania Ovest, Belgio, Olanda e Lussemburgo. Era l’alba dell’Europa, intesa come luogo di comunità e governo, capace di assicurare pace e prosperità al continente dopo secoli di guerre.
L’Europa ha garantito per decenni progresso economico e sociale, ha guidato verso la democrazia Paesi usciti da dittature e totalitarismi, ha ispirato altre regioni del mondo alla ricerca di unità e modernità.
Nonostante tutto questo, oggi, il dibattito istituzionale e pubblico è incentrato solo sulle regole continentali che sembrano “costringere” le politiche dei singoli Stati.

È per sottolineare l’importanza della ricorrenza e sostenere l’attualità dell’idea di stato federale che garantisce democrazia, libera circolazione, pace e uguaglianza con cui l’Europa era nata che si stanno mobilitando molte coalizioni, come il Cime (Comitato italiano movimento europeo) che, dal pomeriggio di oggi fino a stanotte, con il convegno “Cambiamo rotta all’Europa” festeggerà il compleanno dell’Europa presso l’Aula Magna della università “Sapienza”.
L’evento, aperto al pubblico, prevede tavole rotonde con la partecipazioni di docenti universitari, giornalisti, rappresentanti delle istituzioni europee e italiane ed esponenti del terzo settore.
Alle 19.15, nella terza sessione introdotta dal Presidente della Camera, Laura Boldrini, parteciperà anche il presidente nazionale delle Acli, Roberto Rossini: “Il processo di integrazione europea non può proseguire nella giusta direzione se non si analizzano in profondità le sfide che i processi economici globali ci pongono. È necessario ripartire dalla storia e dalla cultura europea per declinare correttamente le ragioni dello stare insieme. Un grande mercato fondato su una unione doganale e sulla libera circolazione delle merci e delle persone non costituisce di per sé l’identità culturale dell’Europa. D’altronde Dante, Joyce, Picasso, Pasolini mescolavano tempo, spazio ed hanno attinto al di fuori delle frontiere identitarie”.
Quello che si sta perdendo è la logica di integrazione con cui l’Europa era nata: “La visione di pluralismo su cui è stata fondata l’Europa viene addirittura rigettata da chi ha iniziato ad attaccare con violenza verbale il processo di integrazione europea e le mediazioni sono viste solo come un impaccio”, commenta Matteo Bracciali, componente di presidenza Acli con delega a Internazionale.

Le Acli, che si erano già mobilitate nei giorni scorsi con una iniziativa nei luoghi simbolici di ogni città italiana e nelle capitali europee, parteciperanno anche alla marcia per l’Europa di domani che partirà alle 11 da Piazza della Bocca della Verità per concludersi al Colosseo.