Oltre 50 scatti raccontano con la mostra fotografica “Faccia da pane” il progetto “Il pane a chi serve” delle Acli di Roma. Sono foto degli utenti, dei volontari, dei forni e delle associazioni coinvolte dall’iniziativa che si propone di recuperare il pane invenduto e distribuirlo alle mense della città.
Le foto, di Cristina Gennari e Massimo Camussi, sono esposte a Roma dal 6 giugno fino al 30 dello stesso mese nella sede di Eataly, uno dei forni che sin dall’inizio ha collaborato con le Acli di Roma per la distribuzione del pane.
In un anno le Acli di Roma hanno recuperato 40.000 kg di pane. Grazie a questa iniziativa sono oltre 2.000 le persone fragili che ogni giorno nella capitale ricevono sulla propria tavola il pane recuperato dalle Acli, mentre sono 383.000 i pasti accompagnati con il pane a chi serve. Tutto questo grazie a 1.000 giornate di servizio volontario e a 5.920 chilometri percorsi per la consegna del pane recuperato in un anno.
Mettendo a confronto il mese di gennaio 2015 e quello di gennaio 2016 si è passati dai 1.420 kg di pane raccolti a 4.173 kg con un aumento del 293% grazie anche ai forni che nello stesso periodo sono più che raddoppiati. Questo aumento della raccolta ha permesso alla Acli di raggiungere oltre 34 realtà solidali: sono istituzioni governative, associazioni, cene di strada, mense. Ma anche migranti, italiani senza fissa dimora, famiglie in difficoltà, minori e anziani e disabili soli.
“Siamo orgogliosi – dichiara Lidia Borzì, presidente delle Acli di Roma – di aver aumentato in anno il pane raccolto di quasi il 300%, perché il tema dell’alimentazione e quello degli sprechi sono molto importanti soprattutto in questo anno speciale dedicato alla misericordia e in un contesto ancora forte di crisi”.
“La mostra che abbiamo inaugurato da Eataly – conclude Lidia Borzì- vuole anche essere un segno di speranza per tante persone che si trovano in difficoltà. Grazie agli scatti fotografici di Gennari e Camussi abbiamo raccontato la Roma che spesso nessuno vede e alla quale abbiamo voluto dare un segno di attenzione, di condivisione e sostegno mettendo in mostra la bellezza della concretezza di un progetto che è un vero e proprio moltiplicatore di solidarietà grazie al lavoro di rete tra istituzioni, esercenti e associazioni.”