Trento: La stufa che ricarica i cellulari

Prosegue in Kenya l’innovazione targata Ipsia Acli Trentino in partenariato con Fondazione Fontana e l’associazione Tree is life. Una prima invenzione, la stufa che brucia meno legna, si è trasformata prima ina una stufa incubatrice che permette alle uova dei pulcini di schiudersi senza pericolo e infine in stufa che ricarica i cellulari.

In Africa infatti l’energia elettrica è disponibile solo nelle grandi città, mentre la maggior parte della popolazione ha un cellulare e a volte per ricaricarlo le persone sono costrette a fare decine di chilometri prima d’incontrare un punto luce.

La stufa, che ha vinto nel 2014 il premio “Green innovation award”, è sempre la stessa: è costruita in paglia e in malta ed è rialzata di circa 60-70 centimetri dal terreno.

“Abbiamo saputo che in Malawi – ha detto Gianni Gecele, inventore della stufa ricarica cellulari e volontario Ipsia – hanno realizzato un sistema per generare energia elettrica a partire dalla stufa, e questo mi ha dato un input per questa sfida. Dopo mesi di studio e tentativi in collaborazione con i volontari si è arrivati a implementare la stufa con un prodotto venduto in internet completo di uscita Usb, già usato in Africa, che produce un’energia utile a ricaricare il cellulare. Applicandolo alla stufa e accendendo il fuoco per cucinare è possibile ricaricare gli apparecchi elettronici tramite un uscita Usb a 5 volt.

Quello che ci piacerebbe è arrivare allo stesso risultato ma realizzando un sistema in grado di generare energia elettrica dalla stufa alla portata di tutti. Che possa essere auto-costruito a basso costo e sfruttando materiali e risorse presenti in loco”.

“Se questa innovazione riuscirà a ridurre ancora i suoi costi d’installazione – ha detto Fabio Pipinato, presidente di Ipsia Trentino – come accaduto con l’invenzione, frutto della collaborazione tra Trento e Nyahururu, della prima incubatrice a legna con la stufa che cova le uova, potremmo migliorare non poco la qualità della vita di molti che abitano in zone rurali. Utilizzando semplicemente il fuoco, l’energia che è presente in tutte le case o baracche africane”.

È possibile sostenere il progetto con una donazione a Ipsia Trentino.