“Un assordante silenzio” di Tania

Sono in macchina, sto rientrando a casa dopo aver finalmente rivisto i miei genitori. Sono passati sessanta giorni dall’ultima volta. Oggi ho anche ripreso la mia macchina, ferma ormai da molto tempo, forse non lo è mai stata così a lungo, ed è completamente ricoperta di foglie.
Oggi è l’otto maggio, un venerdì sera, la festa della mamma. 
Decido di passare per il centro, Roma è bella, voglio godermi lo spettacolo! I monumenti sembrano ancora più grandi: il Colosseo sembra abbracciarmi, via Appia sembra stendermi un tappeto, la Piramide Cestia mi sembra enorme…ed eccomi sul Lungotevere…Oddio è venerdì…solitamente si rimane in fila per ore.
Ti prego, fa che non ci sia nessuno, fa che le persone non siano state così spregiudicate da uscire, fa che la voglia di stare con gli amici abbia lasciato il posto ad un sano senso di responsabilità.
Ed eccomi al ponte di Porta Portese…che bello, non c’è nessuno!
Avanzo ammirando il Tevere, i palazzi, gli alberi…1 km…2 km...ed ancora avanti…un assordante silenzio.
Sono l’unica macchina. 
Un brivido accompagna il mio tragitto. Sono sola in mezzo alla storia ed alla via del movimento serale. Che brutto! Un vuoto rimbomba nel mio cuore, ma anche tanto orgoglio nel vedere che le disposizioni sono state rispettate. 
Il senso di responsabilità ha avuto il sopravvento sull’egoismo.
Un nuovo inizio ci attende. 
Siamo pronti e lo stiamo dimostrando.
La nostra storia ci osserva e noi ci siamo.