Domenica 19 maggio 2019

Dal vangelo secondo Giovanni (Gv 13, 31-33a. 34-35)

Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».

Il Vangelo dell’amore

A cura di don Riccardo Donà, assistente spirituale Acli Trieste

“Il Vangelo dell’amore “ di Giovanni ci guida dal buio alla luce “appena Giuda uscì”,con lui esce anche satana il buio, la sala ora sembra più luminosa.
Gesù viene tradito ma da questo tradimento ne esce un Gesù Glorioso, si manifesta in Lui la gloria del Padre, Dio è stato glorificato per mezzo di Lui.
Qui la glorificazione appare come già avvenuta un futuro che è già presente, segue poi l’annuncio della partenza e “voi mi cercherete”, una ricerca che terminerà con l’incontro del Risorto, il peccato è vinto dalla morte e resurrezione di Gesù. Dopo l’annuncio della partenza di Gesù segue il “Vi do un comandamento nuovo: amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri.”
La parola comandamento (entolē) ha il significato di mandato, incarico, nuovo, perché ora nuova è l’alleanza sancita dal Padre, attraverso suo Figlio Gesù, diventando così una caratteristica del cristiano. La caratteristica di questo comandamento nuovo è in quel “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri”.

È interessante notare come Gesù non dice amatemi ma amatevi, l’amore tra il Padre e il Figlio non è esclusivo. Egli ha donato a noi il suo unico Figlio, ma questo amore è vero se i discepoli sanno amarsi a vicenda, diffondendo attraverso l’esempio il suo amore, evangelizzando fino ai confini della terra, tutti i popoli, diventa così una scuola di vita pratica.
Amare il prossimo era già sancito nell’antico testamento ma il concetto di prossimo era ridotto all’israelita e al proselito.
La novità di Gesù consiste nell’universalizzare questo concetto, abbattendo tutte le barriere “amare tutti” quindi prossimo equivale al concetto di uomo “ogni uomo va amato”. Le tenebre si diradano e la luce oramai splende, è la luce del Risorto la luce di quel fratello, amato con difficoltà perché di un’altra religione e cultura, magari sporco o ubriaco, carcerato. È notte e le barche piene di fratelli si avviano a un’altra riva, è nell’accoglienza e nella condivisione con coloro che alle prime luci dell’alba approdano accolti e amati, rivestiti di quell’amore esempio per l’umanità che ritrova finalmente la pace e a noi resta quella luce ineguagliabile del Risorto donataci da Gesù in mezzo a noi per quell’amore donato a tutti i fratelli.