È il Signore

È Gesù che si fa riconoscere dai discepoli i quali, dopo la sua resurrezione, sembrano tornare alle proprie occupazioni abituali. Pietro prende l’iniziativa e va a pescare, di notte, il tempo migliore per pescare. Eppure non prendono nulla.

Giovanni ci presenta Gesù risorto che si avvicina ai discepoli che non lo riconoscono. Come sempre Gesù vuole aiutare i suoi interlocutori a prendere coscienza della propria situazione esistenziale. Alla samaritana, per esempio, aveva chiesta da bere, qui chiede se hanno qualcosa da mangiare per condividerlo con lui. Egli li chiama figli, per indicare che sono suoi fratelli nella relazione con il Padre. I discepoli devono riconoscere la propria povertà: non hanno nulla da condividere.

Egli li invita a gettare le reti in un posto particolare, alla destra della barca. I discepoli accolgono volentieri questa parola. Il  loro interlocutore sembra sicuro di ciò che dice, forse conosce meglio di loro quelle acque, che pure frequentavano giornalmente. Tuttavia si fidano della sua parola e hanno ragione, perché pescano molti pesci, una quantità sovrabbondante, inusuale. La pesca come la moltiplicazione dei pani. È il segno che il Signore è presente, ed è il discepolo amato che ricorda quanto è avvenuto prima della morte di Gesù e si rende conto che il Signore è li con loro, ancora una volta a colmare il loro desiderio di vita.

Pietro si copre per pudore e si getta in mare per raggiungere quanto prima il Signore, lasciando agli altri il compito di portare a terra il frutto della pesca, pesca “miracolosa” avvenuta per aver creduto alla parola di Gesù.

Questa pesca è simbolo della pesca che gli apostoli faranno nei confronti degli uomini, secondo la parola della chiamata di Gesù: «Seguitemi, vi farò diventare pescatori di uomini» (Mc 1,17).

Gesù li precede preparando loro il pasto di pesce e pane: è lui – in quanto Signore della vita – che dà il cibo all’uomoEgli dà il cibo ad ogni vivente:perché eterna è la sua misericordia» Sal 136,25).

L’identità di Gesù si mostra ai discepoli in ciò che fa per loro, essi sentono il suo amore, il suo affetto, la cura che ha di loro, come l’ha sempre avuta nel tempo passato insieme prima della passione e morte, il mistero pasquale.

La triplice domanda di Gesù a Pietro, secondo la tradizione, rimanda al triplice rinnegamento di Pietro nella casa del sommo sacerdote (Mt 26,69-75). Essa lega l’amore per Gesù all’amore per i fratelli. Pietro è chiamato ad essere ben consapevole che se ama Gesù, deve amare i suoi fratelli. Alla terza volta Pietro manifesta una certa impazienza, non capisce bene cosa vuole da lui Gesù. E confessa finalmente ciò che Gesù vuole: riconosce che Gesù lo conosce nel suo intimo e ha fiducia in lui. L’amore di Pietro per i fratelli non si basa sulle sue forze, ma sulla fiducia che Gesù ha in lui. Questo è il fondamento dell’amore per i fratelli che dovrebbe animare i sacerdoti nei confronti delle comunità affidate loro, e i cristiani per la vita comune dell’umanità. Gli uni e gli altri infatti hanno, insieme, la missione di annunciare il mistero dell’amore pasquale al mondo, fiduciosi che il Signore ha loro affidato un compito non superiore alle loro forze e che, anche nel caso non siano all’altezza, possono sempre riconoscere il loro peccato e chiedere perdono a Dio e ai fratelli.

10 aprile 2016 – III Domenica di Pasqua – Anno C

Giovanni 21,1-19

In quel tempo, 1 Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: 2 si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. 3 Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.

Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. 5 Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». 6 Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. 7 Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. 8 Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.

Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. 10 Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». 11 Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. 12 Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. 13 Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. 14 Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.

15 Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». 16 Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». 17 Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. 18 In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». 19 Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».

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