Europee 2019, Retinopera: “Vogliamo un’Europa dei popoli”

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“Auspichiamo una conduzione più democratica delle Istituzioni europee, un’Europa della centralità dei popoli, dei cittadini, della società civile, un’Europa della dignità e della libertà nella quale la cittadinanza europea si eserciti responsabilmente nei luoghi di partecipazione, dibattito e conoscenza, un’Europa del rispetto dei diritti umani e sociali”. È un passaggio dell’appello rilanciato da Retinopera, realtà composta da 20 organizzazioni del mondo cattolico italiano che collaborano per dare concretezza ai principi della Dottrina sociale della Chiesa (ACI Azione Cattolica Italiana – ACLI Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani – AGESCI – Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani – C.d.O. Compagnia dello Opere – CIFCentro Italiano Femminile – Comunità di Sant’Egidio – CONFCOOPERATIVE – COLDIRETTI – CSI Centro Sportivo Italiano – CTG Centro Turistico Giovanile – CVX Comunità di Vita Cristiana – FOCSIV Volontari nel mondo – FONDAZIONE G. TONIOLO – F.U.C.I.  Federazione Universitaria Cattolica Italiana – ICRA International Catholic Rural Association – MASCI Movimento Adulto Scout Cattolico Italiano – MCL Movimento Cristiano Lavoratori – MOVIMENTO DEI FOCOLARI Opera di Maria – RNS Rinnovamento nello Spirito Santo – UNEBA Unione Nazionale Istituzioni ed Ass.za Sociale.)

Ecco,  in sintesi, i 6 punti dell’appello  “l’Europa che vogliamo”:

  1. Un’Europa democratica e partecipativa
  2. Un’Europa solidale e accogliente
  3. Un’Europa del valore umano del lavoro e del lavoro per tutti
  4. Un’Europa della promozione della cultura, della scienza e dell’arte
  5. Un’Europa dello sviluppo sostenibile e dell’economia integrale
  6. Un’Europa del Terzo settore, dell’associazionismo e della gratuità

Su quest’ultimo punto è intervenuto Stefano Tassinari, Vicepresidente Acli con delega al Terzo settore: “Abbiamo bisogno dell’Europa perché non si affermi nel mondo una competizione stile far west: senza regole, che premia la forza e la scaltrezza, l’arricchirsi di pochi, il dumping e il lavoro povero, la legge del più forte e della speculazione sulle ragioni della solidarietà e dell’accoglienza umana. E l’Europa ha bisogno dell’impegno attivo dei cittadini nell’associazionismo e nel Terzo settore e di un maggiore riconoscimento del loro ruolo ed operato. Ne ha bisogno per unire popoli culture e ritessere comunità nelle differenze, per dare vita a uno sviluppo veramente umano e di pace per tutti. Queste organizzazioni sono già protagoniste dell’Europa e di un’economia nuova. E si sono battute anche per il Pilastro sociale europeo che oggi chiediamo divenga un social compact che obblighi gli stati a clausole e misure che garantiscano lavoro buono e lotta inclusiva alla povertà ovunque. L’economia per fiorire va rimessa al suo posto: al servizio della crescita umana e civile, insieme e di tutti. Nessuno escluso”.
IL DOCUMENTO UFFICIALE