III Domenica d’Avvento – 11 dicembre 2016

Parola del giorno: Is 35,1-6a.8a.10; Sal 145; Gc 5,7-10; Mt 11,2-11 

 

IL SANTO DEL GIORNO 

 

San Damaso I, papa (305 ca.-384 ca.). Questo importante personaggio della Chiesa antica nacque all’inizio del IV secolo e succedette a papa Liberio in un momento di forti contrasti nella Chiesa di Roma. Dovette fronteggiare diverse eresie e divenne un fermo sostenitore della fede ortodossa nicena. Inoltre, fu protagonista della gestione dei difficili rapporti ecclesiali tra Oriente e Occidente. Al suo nome sono collegate particolarmente la riscoperta delle catacombe e lo sviluppo del culto dei martiri caduti nelle grandi persecuzioni.  

 

LETTURE 

 

Si rallegrino il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la steppa. Come fiore di narciso fiorisca; si canti con gioia e con giubilo. Le è data la gloria del Libano, lo splendore del Carmelo e di Saron. Essi vedranno la gloria del Signore, la magnificenza del nostro Dio. Irrobustite le mani fiacche, rendete salde le ginocchia vacillanti. Dite agli smarriti di cuore: “Coraggio, non temete! Ecco il vostro Dio, giunge la vendetta, la ricompensa divina. Egli viene a salvarvi”. Isaia 35,1-4 

 

Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”. Gesù rispose loro: “Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!”. Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: “Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via. In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui”. Matteo 11,2-11  

 

UNA VITA DEGNA PERCHÉ AMATA 

 

Trascorriamo ancora una domenica del tempo di Avvento, la terza, insieme a Giovanni Battista. Rispetto alla domenica precedente il contesto cambia molto. Giovanni è stato arrestato per volontà di Erode e della moglie Erodiade. Questo della prigione diventa per Giovanni un tempo di riflessione e la domanda sconvolgente che si agita nel suo cuore è: Sei tu colui che deve venire? È vero che nei momenti della prova tutto può essere messo in discussione. Ma arrivare a dubitare della messianicità di Gesù, questo può sembrare troppo, a noi che pensiamo a Giovanni come all’uomo della fede granitica. Egli ha avuto il coraggio di rendere testimonianza alla verità, ha preparato la via al Messia, ha impegnato tutta la sua vita ad annunciare l’imminente realizzazione delle promesse di Dio. Ma il carcere mette a dura prova le convinzioni del profeta. 

 

Sono proprio così i momenti della prova: duri da affrontare, da attraversare, da superare. La domanda di Giovanni è la nostra domanda nel tempo della prova: “Sei tu che devi venire? Sei tu colui che è la risposta alla mia prova?”. Forse Giovanni non dubita del messaggio, non dubita a riguardo del sogno di un Messia che ristabilirà le sorti di Israele. Ma non può fare a meno di chiedersi se vi sarà qualcuno che lo realizzerà. Il dubbio è anche legato al momento: “Il tempo è compiuto, oppure dobbiamo aspettare ancora? E se aspettiamo ancora per quanto possiamo resistere in questo tempo di attesa?”. Giovanni viveva nell’attesa di un regno che doveva iniziare subito. Non aveva ben chiaro che tipo di regno ma aveva nel cuore la certezza che il tempo dell’attesa era finito. Eppure la dura prova del carcere sembra minare questa certezza granitica. 

 

Gesù non lascia Giovanni solo con i suoi dubbi e manda a dire che il messaggio della salvezza è annunciato. Il testo riprende una citazione del profeta Isaia. Con questo rimando al profeta per eccellenza del sogno della venuta del Messia, Gesù mostra a Giovanni che le sue opere segnano la fine del tempo dell’attesa. Il tempo del regno di Dio è qui sulla terra, ora, in questo momento. L’annuncio di Gesù è molto semplice: quando verrà il Messia, Dio toccherà il cuore dell’uomo e sarà tolta ogni miseria e povertà. Le categorie elencate da Gesù sono i ciechi, i paralitici, i lebbrosi, i sordi, i poveri, i morti. Si tratta di categorie di persone che hanno chiuso con relazioni umane sane, belle. Sono coloro che stanno ai margini delle relazioni, perché non producono niente. Sono coloro la cui vita si è come inceppata a causa delle loro solitudini e marginalità. 

 

L’annuncio di Gesù, ma soprattutto il suo operato, rimettono in moto la vita di questi uomini fermi. I ciechi riacquistano la vista: Gesù guarisce dalla paura di guardare oltre i dubbi. Gli zoppi camminano: Gesù guarisce da tutte quelle forme di immobilismo che impediscono di camminare insieme come fratelli. I lebbrosi sono purificati: Gesù guarisce da quella sfiducia che ci prende e che ci fa ritenere di essere capaci di sostenere la vicinanza dell’altro per cui ci nascondiamo alla relazione. I sordi odono: Gesù ci rende capaci di affinare l’arte dell’ascolto raffinato. I morti risuscitano: Gesù ci guarisce dal pensare che la nostra vita non possa essere degna di essere vissuta perché non amata. Ai poveri è annunciato il Vangelo. Gesù guarisce tutti coloro che pensano di essere lo scarto, offrendo una vita dignitosa. 

 

Se la salvezza tanto attesa viene in questo modo, Giovanni deve semplicemente decidere se vale la pena credere che questa è la promessa sognata dai profeti e finalmente realizzata. Proprio perché Giovanni non è una canna al vento, una banderuola, e nemmeno un potente che ha oro e potere ma è l’uomo di Dio, lui crede a queste parole. Lui è il primo guarito da Gesù dai suoi dubbi. Forse Giovanni capisce e crede anche un’altra verità di questo Messia. Partendo dai suoi dubbi, dalle sue domande, crede che Dio realizzi ciò che promette; lo fa in una maniera più grande di quanto noi possiamo sperare e immaginare e persino quando tutto sembra finito e chiuso in se stesso. 

 

Con questa domenica si spalanca il grande orizzonte della fiducia e della speranza circa la realizzazione della promessa di una vita buona e bella e Giovanni ne è il primo testimone e credente. Noi non dobbiamo fare altro che seguire il medesimo sentiero.  

 

BENEDIZIONE DELLA MENSA 

 

Signore del mondo, che hai dato la vita ad ogni realtà e vuoi il nostro bene, grazie per il cibo e per la gioia in questo giorno di festa. Benedici questo nostro pasto che è stato attentamente preparato, e fa’ che in questo nostro mangiare e bere sentiamo che tu sei il Padre. Per Cristo nostro Signore. Amen.   

 

 

Leggi il libretto: Verso il Natale. La veglia e l’attesa