Il 54° Incontro nazionale di Studi, Manfredonia: “Le Acli devono assumersi la responsabilità di fare politica”

INS 2022

Dignità, lavoro e speranza. Sono questi i temi che hanno guidato il 54° Incontro nazionale di Studi, tenutosi ad Assisi, città della pace, dal 29 settembre al 1 ottobre 2022.  Le Acli hanno riunito esperti, politici, filosofi, esponenti del mondo ecclesiale e dell’associazionismo per riportare al centro del dibattito il rispetto e la cura della persona, a partire dall’ambito lavorativo.

“In queste giornate abbiamo voluto parlare di vie alla speranza, che noi abbiamo individuato nella dignità e nel lavoro”, ha detto Emiliano Manfredonia, Presidente nazionale Acli, nel suo intervento conclusivo. “Essere stati qui guardando l’esempio di S. Francesco è stato e sarà per noi un punto di riferimento al quale guardare nei prossimi mesi di attività. Non è più il tempo di essere “autonomamente schierati”. È un tempo nuovo. Non siamo chiamati ad essere soltanto “bravi cristiani” e a vivere la nostra dimensione di Terzo Settore: dobbiamo fare politica. Le Acli devono assumersi la responsabilità in prima persona entrando in modo concreto nel fatto politico. Ogni nostra azione ha a che fare con la politica ma il nostro agire spesso si ferma all’analisi e alla proposta. Dobbiamo fare un passo in avanti”, ha esortato Manfredonia.

“Queste elezioni segnano uno spartiacque, perché per la prima volta una forza politica che viene considerata di estrema destra è risultata la più votata dagli Italiani, e la sua leader -un’altra prima volta- assumerà la guida del Governo. Noi manteniamo il nostro radicamento nei valori tanto dell’insegnamento sociale della Chiesa quanto della Costituzione, ed è evidente che vigileremo contro ogni possibile attentato a tali valori. Nello stesso tempo, la costruzione del nostro profilo politico non può pensarsi in contrapposizione alle idee altrui, ma nell’elaborazione delle nostre, e a questo metodo dobbiamo attenerci”.

L’Incontro è stata anche l’occasione per presentare in anteprima alcuni dati dell’indagine realizzata dall’Istituto di Ricerca IREF-Acli  sulla disparità di genere e salariale. Dalla ricerca emerge che il cosiddetto lavoro povero è prerogativa femminile: tra i lavoratori/trici saltuari/e coloro i quali hanno un reddito annuo complessivo fino a 15.000 euro sono il 68% tra le donne, percentuale che scende al 51,5% tra gli uomini. Ma anche tra i/le lavoratori/trici stabili i valori registrati per quella fascia di reddito sono rispettivamente del 24,6% contro il 7,8%. Inoltre, più della metà delle donne under 35 raggiunge al massimo i 15.000 euro di reddito complessivo annuo, contro il 32,5% dei coetanei maschi. Considerando la fascia d’età tra i 30 e 39 anni: ben il 14,5% delle lavoratrici si trova in povertà assoluta rispetto al 6,8% degli uomini; percentuale che sale al 22% se consideriamo anche chi si trova in povertà relativa e al 38,5% per i redditi complessivi fino a 15.000 euro. La ricerca ha beneficiato della possibilità di accedere alle banche dati del Caf Acli e del Patronato Acli, che ogni anno incontrano centinaia di migliaia di persone, garantendo loro servizi fondamentali.

Ha partecipato all’Incontro anche Maurizio Landini, segretario generale CGIL: “Oggi il sindacato deve fare una riflessione critica: la lotta per superare la precarietà deve diventare l’elemento centrale di qualsiasi azione che si mette in campo”, ha affermato. Damiano Tommasi, sindaco di Verona, ha esortato all’unità: “Ci sono tante persone con cui condividiamo i nostri valori. Vogliamo sederci intorno ad un tavolo e costruire insieme quella dignità di cui abbiamo bisogno. Senza essere uniti non si va lontano, questa è l’inizio della soluzione ai nostri problemi”.

Mons. Giuseppe Baturi, segretario generale dei Vescovi Italiani, nel suo intervento ha sottolineato la necessità di mettere centro la dignità del lavoratore. “Dobbiamo ripensare il nostro modello di sviluppo che fa perno sul consumatore e sulle esigenze di chi consuma. Affermare il tema del lavoro significa affermare il diritto di ogni uomo ad essere se stesso in rapporto agli altri, collaborando, in una catena di solidarietà, al bene di tutti. Le Acli contribuiscono a ridare speranza al nostro popolo, ponendo al centro la questione del lavoro e della dignità. La Chiesa riceve il contributo delle loro idee e la testimonianza della loro operosità”.

Le Acli continueranno a battersi per la dignità di tutti i lavoratori. “Siamo e saremo a fianco di chi è a rischio di impoverimento, dei marginali, dei giovani che affrontano il futuro, di tutti coloro che desiderano essere popolo, un popolo consapevole delle sue istanze, delle sue differenze e di un destino comune”, ha concluso Emiliano Manfredonia.

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