Il nostro Brexit day

Dopo aver assistito in tutta l’Inghilterra i nostri connazionali alle prese con il settled status (la nuova certificazione di residenza che possono ottenere gli stranieri residenti da almeno 5 anni in maniera continuativa nel Regno Unito), oggi siamo arrivati al primo passo che porterà l’UK fuori dall’Europa. Il retrogusto amaro di questa scelta rimane: pensare di risolvere i problemi economici e sociali di un paese uscendo da un sistema sovranazionale che, pur tra  difficoltà e le contraddizioni, rappresenta l’unica possibilità per contare ancora nello scacchiere mondiale, è un errore che indebolisce tutti.  Cosa sarebbe oggi Londra senza le persone da tutto il mondo che hanno portato competenze? Cosa sarebbe l’Inghilterra senza quei lavoratori che sono impegnati nell’agricoltura e nella cura della persona, spesso dimenticate, ma determinanti nell’economia di quel paese?La sensazione è che si è voluto dare una risposta semplice a tante domande complesse di tutela sociale. Per noi, per le Acli, la Brexit rappresenterà tutte quelle speranze che non verranno esaudite insieme ai volti dei ragazzi Erasmus e di chi ha animato le sedi di Patronato Acli con il Servizio Civile. A molti di loro quelle opportunità di mobilità internazionale ha cambiato la vita e noi speriamo di poter continuare, anche dopo domani, a promuoverle.

 

Matteo Bracciali
Vicepresidente della federazione delle ACLI internazionali

 

Qui di seguito riportiamo una breve intervista al Responsabile Patronato Acli in Inghilterra, Giuseppe Chiappetta, che ci ha raccontato come vivrà questo Brexit day.
Oggi è un giorno speciale per gli inglese, nel bene o nel male. La comunità italiana come lo vive? C’è un misto di apprensione e di tristezza per un evento che non avremmo voluto mai potesse accadere. C’è molto fermento: chi non è mai stato d’accordo o si lascia scivolare questa giornata oppure partecipa ad uno dei tanti dibattiti per ragionare sulle possibili conseguenze che questo passo avrà sul paese. Poi ci sono gli entusiasti che festeggeranno in vari modi, durante la serata.
Che conseguenze concrete ci sono per un emigrato? Per quanto riguarda chi come me vive e lavora qui ormai da anni, non c’è nessun problema, abbiamo ritirato il nuovo settled status e con quello non ci cambia niente. Certo per chi viene qui da oggi è tutto più complicato.
Da oggi vi sentite un po’ meno europei? Sicuramente ci sentiamo più lontani dall’Europa anche se per la verità, col passare degli anni, si capisce che questo paese in Europa c’è stata sempre a metà visto che ha voluto conservare la propria moneta, e poi ha delle unità di misura diverse dai paesi europei, anche una modalità di guida, insomma, tute cose che sembrano stupidaggini ma che invece danno il senso di un paese molto identitario, orgoglioso della propria diversità.
Questo sarà il primo passo per un indebolimento dell’Europa? Dipende se qualche paese seguirà il cattivo esempio inglese o se invece questa potrà essere l’occasione per ricompattare gli stati membri e rilanciare con più convinzione il sogno di un’Europa unita.
L’Inghilterra è ancora un paese da consigliare a chi vuole cercare fortuna fuori dall’Italia? Sì, credo proprio di sì. Nonostante la Brexit questo è un paese che offre ancora moltissimo: opportunità di lavoro, una qualità dell avita molto alta.