La bellezza nel lavoro

Per i cristiani, il lavoro è bello perché concorre all’opera creatrice di Dio, ma in tutti indistintamente è presente il desiderio di costruire cose belle e grandi. La bellezza rappresenta una stella polare anche per immaginare nuovi luoghi e nuove formule di lavoro, oltre che per rielaborare le agende di sviluppo urbano e territoriale. Il lavoro non solo rende autonomi ma consente di vivere un’esperienza che impegna la persona in un legame sociale, la coinvolge in un’azione trasformativa di sé, degli altri, del mondo. Consente di partecipare a scrivere una storia che parla al presente ma si apre inevitabilmente al futuro. È un’opportunità per scoprire se stessi, che può essere colta solo interpellando il desiderio di bene e di bello che c’è in ognuno. Il lavoro, frantumato, precario, spogliato delle sue caratteristiche distintive, quasi disincarnato è ancora e sempre un’esperienza umana fondamentale, il cui significato etico sta alla base della sua valorizzazione sul piano economico, della sua regolazione politica, delle modalità di configurare l’organizzazione lavorativa (e non viceversa). Di fronte al lavoro svalutato e degradato vogliamo testimoniare che anche in questo ambito è possibile pensare e realizzare il bello, non solo nei prodotti, ma nei processi. Che è possibile creare un mondo del lavoro fondato su relazioni giuste, riflesso di una civiltà più ampia. Guardare al lavoro dalla visuale della bellezza significa rimettere al centro i talenti e la dignità delle persone, promuovere il lavoro di squadra dove i lavoratori sono messi in collaborazione e non in competizione tra loro, consentire ai mestieri di esprimere la loro intima capacità generativa, agevolare la trasmissione dei saperi e la possibilità del nuovo, favorire l’incontro tra le generazioni e la capacità di progettare la vita personale e sociale, socializzare alla legalità, alla partecipazione, alla sobrietà. Perché nel lavoro risiede la profonda propensione umana alla socialità e il bene della persona, quello dell’impresa e quello comune sono uniti da un’unica domanda di significato che muove tutto.

 

Qui la pagina dedicata all’Incontro nazionale degli Studi 2021 con il Programma aggiornato e il Manifesto