La relazione del Presidente Rossini per la 2° sessione del Congresso nazionale

Noi Acli siamo esperti di socialità e di sociale: abbiamo una competenza sociale. È innegabile. Infatti abbiamo partecipato al dibattito politico attraverso i temi dove siamo più competenti e abbiamo più passione: una passione competente. Abbiamo parlato di povertà, povertà educativa, accoglienza, famiglia, formazione professionale, terzo settore, patronati e previdenza, Caf e fisco, pace e Europa, ambiente e salute, parità di genere, casa, riforme istituzionali: lavoro. Tutto ruota intorno al lavoro, dal nostro punto di vista. Qualche volta ci siamo anche difesi: ogni tanto dobbiamo anche chiedere per noi stessi, per la tutela della nostra rete dei circoli, per il giusto ristoro con cui tutelare le nostre attività a servizio di tutti, aperte, popolari, utili. Quanto chiediamo è quanto doniamo in bene comune, in cittadinanza attiva, in tutela dei vulnerabili. Al Parlamento e al Governo abbiamo offerto offriamo tre nostre idee, in merito al Recovery plan. La prima è il lavoro, questione non è più rinviabile. Serve un piano aperto e strategico per il lavoro che traguardi da qui a qualche anno; un piano che valorizzi il blu della tecnologia e il verde dell’ambiente, che rilanci alcuni settori chiave, che investa in formazione. Cosa succederà dopo la norma anti-licenziamenti? Serve subito un progetto strutturato e operativo sul lavoro: quali strumenti abbiamo? Su cosa possiamo fare realisticamente leva? È vero che il lavoro non si crea per decreto, ma è altrettanto vero che un decreto sbagliato può distruggere del lavoro. Serve un piano di incentivi e di sostegno fiscale per i settori su cui puntare per lo sviluppo del Paese e qualche strumento per dare piena attuazione all’art. 46/Cost., ovvero al diritto dei lavoratori a collaborare alla gestione delle aziende. Serve un piano concordato con la mobilità e la formazione europea, perché l’Europa è l’orizzonte ordinario di riferimento.

LA RELAZIONE INTEGRALE