L’obbligo vaccinale è una questione di salute pubblica

L’emendamento che rinvia di un anno l’obbligo di certificazione vaccinale per gli iscritti ad asili nido e scuole materne, contenuto nel decreto Milleproroghe, è stato approvato ieri dall’aula del Senato dopo giorni di polemiche.

Anche le ACLI sono intervenute nel dibattito: “la vicenda dell’obbligo di vaccinazione rientra totalmente nei tempi che stiamo vivendo.È una vicenda prima di tutto educativa e di salute pubblica, ove non possiamo assistere ad Istituzioni che guerrigliano (Stato e Regioni), a partiti che ne discutono come da argomenti da campagna elettorale, con l’unico effetto di confondere i cittadini, diseducando le famiglie italiane, in nome di una autodeterminazione che ha il sapore dell’anarchia, del tutto è concesso e del tutto è disponibile a chi lo detiene. Succede tutto questo nonostante l’ordine dei medici chiarisca, all’unanimità, l’utilità delle vaccinazioni.

Bastava del resto studiare un po’ di storia, non di medicina, per scoprire che migliaia di vite umane sono state salvate dai programmi nazionali di vaccinazione. Non può accadere che principi non negoziabili come il diritto alla salute e ruoli essenziali, come quello educativo delle istituzioni, vengano travolti dal populismo, dal peggiore, quello che annienta e distrugge pure il sovranismo. Sì, perché lo Stato sovrano educa, orienta, sostiene i corpi intermedi, pur nel campo aperto della democrazia, “organizza e governa” la democrazia stessa, pena l’anarchia. La salute pubblica è anche salute individuale e viceversa per questo lo Stato torni sovrano dove anzitutto non può farne a meno”.

Gianluca Budano
Presidenza Nazionale Acli
Con delega alla salute