“Noi, giovani della generazione Y, diamo voce ad una saggia irrequietezza” di Giovani della generazione Y

Autori: Hermann, Stefania, Glenda, Sebastian, Giuseppe, Benedeta, Francesco, Marco e Isabella

Questo tempo è incerto: il Sole vuole uscire dalle nuvole e con l’aiuto di un vento invisibile allontanarle come se nulla fosse accaduto. Anche la pioggia è incerta, come a voler sanificare tutto: ha ripulito i tetti, le automobili ferme sul bordo delle strade, l’aria ed in parte la diffidenza.
Noi giovani militanti della galassia delle ACLI TORINO abbiamo deciso di condividere questo periodo incerto, trasformandolo in un’opportunità per crescere insieme, sviluppare una consapevolezza circa la travolgente crisi e le limitazioni legate all’emergenza, condividere esperienze personali e non, con il preciso intento di sviluppare una rete di relazioni.
Il tentativo di trovare una nuova metafora che potesse adattarsi alla nostra visione di ciò che sta accadendo, ha portato a maturazione il nostro ruolo di giovani protagonisti di oggi. Abbiamo messo a disposizione le nostre risorse positive: creatività, gentilezza, introspezione, consapevolezza, pluralità delle visioni, resilienza, propositività, decidendo di incontrarci, sospesi in un non-luogo appartenente al virtuale, da cui abbiamo man mano costruito un luogo concreto di scambi, dove generare nuove modalità d’azione prodigandoci affinché non si interrompessero le relazioni tra noi giovani volontari.
Siamo partiti da qui, catturando lo scorcio che emerge volgendo lo sguardo fuori dai nostri balconi e abbiamo intravisto:

Fiori che sbocciano
“Love is in the air, everywhere I look around.
(L’amore è nell’aria, ovunque io guardi)
Quest’anno la primavera è iniziata diversamente. Per questo mi piace la metafora del fiore che sboccia. Mi piace pensare a noi, che una volta terminato l’incubo, torneremo a sbocciare, assumendo il colore dei fiori.”

Vento che porta via
“Fuori dalla finestra, ciò che scorgo è un vento impetuoso che non si cura della lentezza inesorabile di queste giornate, ma si porta via tutto, anche quelle nuvole nere che si affacciano all’orizzonte e coprono lo scorcio di montagne di cui mi accorgo per la prima volta solo oggi. Forse ho imparato a poggiare lo sguardo sulle cose in modo diverso.”

La Festa
“Ho avuto una visione: una cena condivisa in riva ad un lago, una folla di persone ridenti, le bandierine colorate sventolanti, clamore umano. Sento come i rapporti umani, seppur nel cambiamento, mantengano sempre qualcosa: è come quando, dopo un viaggio, ritorni a casa. Trovi della polvere, una maglietta fuori posto, ma è sempre la tua casa. Il tuo posto nel mondo.”

I Legami
“Immaginavo di vederci tutti all’aperto, in un posto qualsiasi ma il contrario di quello digitale attraverso cui ci siamo conosciuti. Ho provato delle emozioni belle come quando incontri quel caro amico con cui non ti vedi ogni giorno e capisci che lui avrà sempre un posto speciale nella tua vita.”
Non sappiamo cosa ci sia là fuori nel mondo, ma dentro di noi abbiamo coltivato una saggia irrequietezza, che c’insegna ad essere contenti senza doversi accontentare nel far prevalere il desiderio alla paura riconoscendo questa come confine e non come ostacolo. La voglia di vivere vuole dimenticare e prendere le distanze, sanificare la mente e il cuore.
La primavera non si arresta: guardiamo il mondo con entusiasmo respirando l’aria del mattino, portiamo con noi ciò che può servire a ripararci ancora dalla pioggia, ma con il Sole nel cuore. Una pagina non è sufficiente per raccontare ciò che abbiamo realizzato, ed è per questa ragione che abbiamo deciso di non fermarci e di continuare questa nostra avventura, con altre forme e altri colori, tenendo ben presente un semplice pensiero:
“Alla fine andrà bene, se non va bene non è la fine.”

TORNA ALLE STORIE