D: Sono un giovane professionista, ho appena sostenuto con successo un colloquio di lavoro e l’azienda mi ha proposto un contratto di collaborazione coordinata e continuativa. Vi chiedo: esiste ancora questa tipologia di contratto? Io pensavo fosse stato eliminato..
R: Sì, è possibile firmare un contratto di collaborazione coordinata e continuativa, conosciuto come co.co.co, ma il rapporto di lavoro deve avere delle caratteristiche ben precise.
In particolare, il lavoratore deve essere libero di organizzarsi il lavoro, scegliendo quando lavorare e dove lavorare per svolgere la prestazione pattuita, ovviamente nell’ambito dell’intervallo di tempo concordato nel contratto. In caso contrario il rapporto di lavoro si configura come lavoro dipendente.
Facciamo un esempio: per un lavoro da commessa è assolutamente da escludere il contratto di collaborazione coordinata e continuativa, in quanto è evidente che sia il luogo di lavoro sia i tempi, sia l’organizzazione stessa del lavoro, sono fissate dal datore e non contemplano l’autonomia del lavoratore. La forma contrattuale corretta è in questo caso il lavoro subordinato.
Presso l’ufficio lavoro del Patronato Acli è possibile verificare la correttezza del contratto di collaborazione e ottenere una consulenza sul rapporto di lavoro, oltre che essere assistiti per il riconoscimento del lavoro dipendente.
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