Prenderemo dimora presso di voi

La pentecoste è la memoria del dono dello Spirito da parte di Gesù ai discepoli. Essa è narrata nella forma canonica in Atti 2,1-11 (la prima lettura), in cui lo Spirito permette ai discepoli di annunciare l’evangelo a tutte le nazioni e di essere da esse compresi nella lingua che tutti capiscono: quella dell’amore e del perdono dei peccati. Ma anche Giovanni narra di questo dono che viene accompagnato da quello della pace (Gv 20,19,22), abbondanza di vita che si diffonde da chi la riceve da Dio a coloro con i quali essi vogliono condividerla.

Gesù sta istruendo i suoi discepoli dopo l’ultima cena e prima della sua passione. I capp. 14-17 del vangelo di Giovanni sono il suo testamento, le sue raccomandazioni per comprendere quanto sta per succedere e per quanto accadrà dopo la sua morte e resurrezione.

Il primo comandamento è quello dell’amore verso i fratelli, come quello praticato da Gesù nella sua vita e nel mistero pasquale. A causa di questo amore praticato, Gesù manderà lo Spirito Paraclito (in greco: avvocato) che rimarrà sempre con i discepoli per difenderli davanti a Dio dalle accuse di Satana di non amare a sufficienza Dio e i fratelli.

L’amore per Dio e i fratelli, che nasce dall’ascolto della parola di vita di Gesù, è motivo perché il Padre e il Figlio abitino nel cuore del credente, perché un cuore che ama è un ambiente adeguato alla presenza del Signore. Certo il Signore si fa vicino al cuore del peccatore per risvegliare la sua coscienza alla vita giusta. E tuttavia egli si compiace di un cuore che fa dell’amore per Lui e i fratelli il centro della propria vita.

Lo Spirito, che funge da avvocato presso il Padre, ha inoltre anche un compito pedagogico, quello di aiutare l’uomo a comprendere la vita vera, la vita che si fa amore concreto, che nasce dalla memoria della vita di Gesù e del suo mistero pasquale. Senza memoria non c’è storia, e senza storia non c’è relazione. L’amore non è qualcosa di astratto, ma lo si comprende nell’agire di una persona. Ed è nella vita di Gesù che possiamo comprendere il vero amore, quello che dà la vita per i propri amici (Gv 15,13-14: «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando»).

Preghiamo il Signore, in questa solennità, di darci sempre il suo Spirito di amore che dà la vita.

15 maggio 2016 – Solennità di Pentecoste – Anno C

Giovanni 14,15-16.23b-26

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «15 Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; 16 e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre.

23 Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. 24 Chi non mi ama non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.

25 Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. 26 Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».

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