Sabato 8 dicembre

Dal vangelo secondo Matteo (Mt 9,27-31) In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

A scuola di cristianesimo, di Ermes Ronchi

Andare da Maria è andare a scuola di cristianesimo, è imparare l’alfabeto della vita, la lingua dell’umano contro il disumano. In che cosa crede Maria? I primi passi la sua fede? Mai dimenticare come entra in scena: «L’angelo fu mandato a una vergine, promessa sposa di un uomo di nome 3 Giuseppe» (Lc 1,26-27). La ragazza ha già detto il suo primo «sì»; ma non a Dio, a Giuseppe. Crede nell’amore, nell’amore di un uomo. Di Maria sappiamo due cose: ha un amore e una casa. Noi possiamo fare a meno di molte cose, ma non di una casa. Possiamo essere poveri di tutto, ma per vivere abbiamo bisogno di amore, anzi «di molto amore per vivere bene» (Jacques Maritain). Se non amiamo non viviamo, insegna san Giovanni (cfr. 1Gv 4,12-16). Povera di tutto, Dio non ha voluto che Maria fosse povera d’amore. E questo perché l’amore ha sete di eternità e interpella il senso profondo dell’esistenza. Maria è la ragazza giovane, innamorata di Giuseppe, e per questo aperta al mistero. Perché è entrata nelle cose dell’amore, ora entra nelle cose di Dio. Se c’è qualcosa sulla terra che apre la via all’assoluto, questa cosa è l’amore, luogo privilegiato dove arrivano angeli. Il cuore è la porta di Dio. E ogni evento d’amore è sempre decretato dal cielo per aprire quella porta. L’amore ti fa uscire da te, ti apre all’altro e solo se hai fatto questa esperienza puoi capire che cosa Dio ti chieda: dare e ricevere amore è ciò su cui si posa la beatitudine della vita.