Acli Lecce: “Dignità e Lavoro”, l’appello alle Istituzioni per l’ennesima morte sul lavoro

Nei giorni in cui è deceduto, dopo ore a lavorare nei campi, il giovane bracciante agricolo Camara Fantamadi, originario del Mali, un’altra morte sul lavoro in Puglia. Si tratta di Antonio Valente, 35 anni, morto mentre era impegnato nell’attività di volantinaggio a Galatina, in provincia di Lecce.
Condividiamo il comunicato che le ACLI provinciali di Lecce hanno divulgato: un modo per manifestare vicinanza umana alla famiglia Valente, aclisti del circolo ACLI di Miggiano, e per ribadire con forza l’impegno delle ACLI, nazionali e sui territori, dalla parte dei lavoratori e del lavoro dignitoso, contro ogni forma di sfruttamento.

DIGNITA’ E LAVORO

Le ACLI di Lecce si stringono alla famiglia di Antonio Valente, iscritti al Circolo ACLI di Miggiano, e porgono il cordoglio di tutti gli Aclisti Salentini.
Oltre ad Antonio altre due morti assurde nel giro di pochissime ore, Camara Fantamadi 27 anni e Carlo Staiani di 38. Giovani vite spezzate durante il lavoro. Camara e Valente morti sicuramente per il troppo caldo e al lavoro per pochi euro.
Le ACLI ricordano che il lavoro è un elemento fondamentale per la dignità della persona, ma condannano gli “speculatori” che “mangiano” persone e mezzi per i loro obiettivi di profitto. Camara come Valente erano a servizio di un sistema che, in due settori diversi, l’agricoltura e i servizi, “usano” le persone per fare soldi. Abbracciamo il pensiero di Papa Francesco, il quale in tanti discorsi citando la Costituzione italiana diceva “Gli uomini e le donne si nutrono del lavoro: con il lavoro sono unti di dignità”, continuando ammoniva: “Togliere il lavoro alla gente o sfruttare la gente con lavoro indegno o malpagato è anticostituzionale”. “Senza lavoro si può sopravvivere, ma per vivere occorre il lavoro”.
Bisogna dire basta con forza ai morti per il lavoro, immaginare quelle famiglie che si vedono riportare a casa i loro giovani figli morti per il lavoro è una cosa straziante.
Quanti di noi in giro per i nostri paesi vedono i ragazzi che con zaini pesantissimi in spalla percorrono in lungo e in largo le strade cittadine per ore. Vengono “scaricati” nelle piazze e lasciati per ore sotto il sole cocente d’estate e la pioggia in inverno, per riempire le cassette postali di volantini che ben presto diventano spazzatura, con un impatto ambientale notevole.
Le ACLI chiedono a Sua Eccellenza il Prefetto e a tutti i Sindaci della nostra provincia di emettere delle ordinanze che impediscono nelle ore più calde di svolgere il lavoro, sia esso nei campi che nelle città, per impedire che ci siano tante altre morti bianche in giro nei nostri paesi. Così come chiedono agli enti preposti di controllare che questi giovani figli che lavorano nella nostra terra, siano essi italiani che stranieri, svolgano un lavoro con un salario dignitoso che gli permetta di avere dignità e non siano sfruttati o malpagati.