Chi si umilia sarà esaltato

La parabola in questione non è di difficile lettura, in quanto ricalca in modo esemplare la situazione che vuole illuminare.

Gli invitati guardano Gesù perché sono interessati alla sua persona e in particolare alla sua capacità di guarigione (14,2-6).

Gesù prende poi la parola per far notare i criteri di scelti utilizzati dai presenti per sedersi a mensa. La parabola tuttavia usa la situazione presente per illuminare la situazione di quando il regno di Dio si realizzerà come un matrimonio.

Non si può “sgomitare” per occupare i primi posti nel regno di Dio, perché essi sono destinati ai prediletti dal Signore: i piccoli e i poveri della storia, mentre coloro che in qualche modo hanno una posizione, anche nel regno, vengono dopo, perché l’unico criterio di merito è quello dell’amore per Dio che si fa amore concreto per i fratelli.

Ora umiliarsi vuol dire che ci si rimette alla volontà del Padre per ricevere onore da lui, quell’onore che deriva dall’amore e tutti sappiamo quanto siamo tiepidi in questo amore per Dio che si fa servizio dei fratelli.

Gesù poi si rivolge a colui che lo ha invitato, uno dei capi dei farisei, per indicargli il criterio con cui invitare a un pranzo o a una cena: non tanto gli amici, che si sentono in debito e possono ricambiare l’invito, quanto il gratuito accogliere chi non può ricambiare l’invito, perché non ne ha i mezzi.

E’ così infatti che fa il Signore nei nostri confronti: noi non possiamo ripagarlo per l’invito a entrare nel suo regno, perché non abbiamo nulla che Dio non abbia già, e in questo il suo invito è veramente gratuito. Solo un amore sincero verso i fratelli è quanto si aspetta da noi il Signore perché possiamo così entrare tutti nella sua gioia che nasce dalla sua misericordia per i piccoli e i poveri.

 

28 agosto 2016 – XXII Domenica Tempo Ordinario – Anno C

Luca 14,1.7-14

Avvenne che 1 un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.

7Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: 8 «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, 9 e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cèdigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. 10 Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. 11 Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».

12 Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. 13 Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; 14 e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».

 

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