Domenica 16 giugno 2019

Santissima Trinità

Dal vangelo secondo Giovanni (Gv 16, 12-15)

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà.
Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

Apriamo il nostro cuore alla Trinità

A cura di don Riccardo Donà, assistente spirituale Acli Trieste e Friuli Venezia Giulia

“Quando poi verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera”, Egli non ha da proporre una nuova rivelazione, ma guiderà i credenti alla verità del Messia, approfondirà la conoscenza di Gesù redentore e sull’essere Trinità, cioè uno e trino.
Lui era la loro guida, ora dovranno gli Apostoli vivere sotto la guida dello Spirito Santo, sarà Lui a ricordare tutto ciò che Gesù ha detto e fatto e piano piano metteranno per iscritto la vita di Gesù perché l’avranno vissuta e alla luce della sua resurrezione comprenderanno tutto ciò che è accaduto, tutti gli avvenimenti.
È sempre sotto l’azione dello stesso Spirito che procede dal Padre e dal Figlio, che gli Apostoli varcheranno nuove frontiere per diventare annunciatori della verità.
Avranno la forza dallo Spirito e affronteranno, come Paolo lunghi viaggi attraverso il mondo allora conosciuto, l’Impero romano, per portare l’annuncio di Cristo, che ha patito è morto ed è risorto.
Battezzeranno nel nome del Padre, del Figlio, e dello Spirito Santo, nel nome della Trinità beata.
Gesù resta sempre l’unico rivelatore per questo dice “non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future”.
Lo Spirito ha il compito di far penetrare nel cuore dei credenti la rivelazione tutta intera.
Tutti noi oggi guidati dalla Trinità cresciamo nell’amore, basta lasciarci guidare e chiedere il suo aiuto nei momenti di difficoltà, di fragilità in cui noi per vari motivi cadiamo.
Lasciamoci guidare aprendo il nostro cuore alla Trinità, come si apre la finestra della nostra casa al mattino, per fare arrivare il sole e così illuminare tutta la stanza, ma per farlo occorre amare chi ci passa accanto ogni giorno. Entrare nella Trinità questo dovremo fare, e significa entrare nel cuore del fratello, soprattutto il più fragile, quello meno compreso, stargli accanto amorevolmente e colui che ci introduce che ci apre la porta è Gesù stesso che poi rincontriamo nell’altro.
Diceva S.Agostino”Quando si vuole attraversare un braccio di mare, la cosa più importante non è starsene sulla riva e aguzzare la vista per vedere cosa c’è sulla sponda opposta, ma è salire sulla barca che porta a quella riva.
Qualche volta ci manca il coraggio di salire sulla barca, cioè di amare siamo stanchi, angosciati presi da tante cose, ma ancora il Vangelo ci incoraggia ricordando l’episodio di Marta e Maria” Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c’è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta”.
Il Cantore della Trinità, San Gregorio Nazianzeno
“A partire dal giorno in cui ho rinunciato alle cose di questo mondo per consacrare la mia anima alle contemplazioni luminose e celesti, quando l’intelligenza suprema mi ha rapito da quaggiù per posarmi lontano da tutto ciò che è carnale, da quel giorno i miei occhi sono stati abbagliati dalla luce della Trinità…Dalla sua sublime sede essa spande su ogni cosa il suo irradiamento ineffabile… A partire da quel giorno io sono morto al mondo e il mondo è morto per me”.