Domenica 18 agosto 2019

Dal vangelo secondo Luca (Lc 12, 49-57)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso! C’è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione. D’ora innanzi in una casa di cinque persone si divideranno tre contro due e due contro tre; padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera». Diceva ancora alle folle: «Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: Viene la pioggia, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: Ci sarà caldo, e così accade. Ipocriti! Sapete giudicare l’aspetto della terra e del cielo, come mai questo tempo non sapete giudicarlo? E perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto?».

Seguire la via della croce

A cura di don Antonio Agnelli, accompagnatore spirituale Acli Cremona

La presenza di Cristo nella storia, non è stata e non sarà mai inoffensiva o neutrale, ma una sorta di esplosione di fuoco che incendia il cuore e brucia ogni ipocrisia, falsità, peccato e compromesso.

Cristo ha un battesimo da attraversare, quello della morte e della risurrezione: così anche il discepolo, se vuole realmente seguire il Maestro, non può arrivare alla risurrezione se non attraverso il dono della propria vita che implica, croce, sofferenza, resistenza al male, capacità di accettare anche la calunnia e la persecuzione.

Sembra contraddittoria l’affermazione di Gesù di non essere venuto nel mondo a portare la pace ma la divisione. Noi lo invochiamo per la pace in un mondo lacerato da guerre, odio, nel quale nell’indifferenza generale, i potenti del mondo si riarmano, costruiscono missili sempre più sofisticati, tolgono immense risorse per chi veramente ha bisogno.

Gesù non vuol dirci che egli non ami la pace: anzi sulla croce perdonerà, dice proprio l’evangelista Luca, perdonerà i suoi crocifissori, in un gesto di amore illimitato. Egli invece vuole metterci in guardia sul fatto che la nostra fede cristiana, diventi una sorte di droga, che ci fa sta bene con noi stessi, ma che non entra a contatto con le fatiche, le sofferenze, le ingiustizie, il peccato del mondo. Quando volendo seguire Gesù, si mette il dito in tante piaghe aperte, indicando precise responsabilità, allora scatta la forza dell’anti-regno che con tutti i mezzi a sua disposizione, cerca di eliminare e far tacere la voce che grida a in nome di Dio.

Il martire santo Oscar Romero, diceva chiaramente qual’era il grande male di El Salvador: l’adorazione del potere e della ricchezza, invitando tutti alla riconciliazione ma anche a realizzare maggiore giustizia. Disse anche che chi osava toccare quei fili, sarebbe rimasto fulminato. Così

accadde a lui: venne ucciso mentre celebrava l’Eucaristia. Questa è la divisone a cui accenna Gesù: non cercare la rivalità o l’odio, ma assumere su di sé calunnia, ed emarginazione pur di essere fedeli alla sua parola di verità e amore. Siamo disposti a vivere tutto questo o trasformiamo la fede cristiana in una religione alienante e soporifera? Gesù ci scuote e vuole bruciare la nostra tiepidezza e mediocrità.