Paolo VI, il Papa delle Acli

Il rapporto tra le Acli e Paolo VI inizia molto prima che monsignor Montini salisse al soglio di Pietro. Già fin dal suo servizio in Vaticano come Sostituto della Segreteria di Stato sotto il pontificato di Pio XII, mons. Montini guarda con attenzione a ciò che la società italiana e la Chiesa stanno realizzando per rispondere ai gravissimi problemi causati dal tragico secondo conflitto mondiale. Macerie, morali e materiali, da cui ripartire, su cui costruire: da qui comincia a delinearsi l’idea di un’organizzazione cristiana che si dedichi ai lavoratori, le future Acli, come racconta lo stesso Papa ad una delegazione di aclisti, ricevuti in Vaticano il 21 dicembre del ’63, in occasione del IX Congresso Nazionale. Nel suo discorso il pontefice parla delle opere e organizzazioni sociali cattoliche presenti in Italia già alla fine della I guerra mondiale, e di come l’avvento del fascismo le abbia costrette al silenzio, vietando simili forme di vita sociale. Finito il secondo conflitto mondiale, recuperata la libertà civile e la possibilità di riprendere l’attività sociale organizzata, riemerge con forza l’idea di un movimento che metta al centro i lavoratori. “Fu allora che si pensò alle ACLI come organizzazione libera e responsabile, aperta all’accoglienza delle masse lavoratrici con la massima larghezza possibile, basata su criteri democratici, non statutariamente collegata con altre associazioni cattoliche riconosciute, ma non priva della dignità, della forza, della vocazione del nome cristiano”.

Così nascono le Acli, che già Pio XII aveva sostenuto, coadiuvato dal Sostituto della Segreteria di Stato Montini, in un momento storico in cui il mondo del lavoro è egemonizzato da ideologie di matrice socialista.

Un mondo, quello dei lavoratori, che necessita di un’attenzione all’aspetto spirituale, che rappresenti la visione cristiana del lavoro e “formi solidamente nella dottrina sociale cristiana i lavoratori”, all’interno del nuovo sindacato unitario che si va formando.

Le Acli nascono per curare la formazione religiosa, morale e sociale del lavoratori cristiani, contribuendo a salvaguardare la specificità e il patrimonio ideale del cattolicesimo sociale. Dal 1954, anno in cui viene nominato Arcivescovo di Milano, Montini continua a seguire con grande attenzione le Acli e dedica agli operai molti suoi discorsi, segno della profonda condivisione dei loro problemi.

Nel corso del suo pontificato non dimentica mai di rivolgersi ai lavoratori e aclisti di tutte le età e settore. Così si rivolge ai partecipanti al IX Congresso Nazionale di Gioventù Aclista (5/01/1965), in cui si sofferma sulla loro condizione di giovani lavoratori, un titolo di merito perché “Significa prendere la vita con senso di responsabilità – spiega – Essere Lavoratore è già un titolo di serietà, è una qualifica rispettabile, anzi un merito ed un onore. Essere Lavoratori vuol dire che prendete la vita sul serio, che sapete che cosa è il dovere, conoscete il valore del tempo, del denaro, della fatica” . E ancora in un discorso ai lavoratori agricoli di Acli Terra, in cui riporta le parole e l’impegno chiaro del Concilio Vaticano II a loro sostegno, avendo ben presenti le difficoltà della produzione e della vendita dei beni.“Gli addetti all’agricoltura vanno sostenuti per aumentare la produzione e appoggiarne la vendita, nonché per la realizzazione delle necessarie trasformazioni e mutamenti di metodi come pure per raggiungere un livello equo di reddito, affinché essi non rimangano, come spesso avviene, in condizioni sociali di inferiorità”. A dimostrazione di uno sguardo attento anche agli aspetti più concreti della vita dei lavoratori.

La storia del rapporto tra le Acli e Paolo VI, che possiamo definire quasi “filiale”, attraversa negli anni ’70 un momento di grande difficoltà tale da portare la Cei a disconoscere le Acli come movimento ecclesiale.“Noi abbiamo visto con rammarico il recente dramma delle Acli e cioè abbiamo deplorato, pur lasciando piena libertà, che la direzione delle Acli abbia voluto mutare l’impegno statutario del movimento e qualificarlo politicamente, scegliendo per di più una linea socialista”, disse il Papa in occasione dell’assemblea dei vescovi italiani, il 19/06/1971, con parole che esprimevano il suo dolore.

Ma nonostante le difficoltà e momentanee divergenze causate da momenti storici complessi, il legame e l’affetto tra le Acli e Paolo VI è sempre stato molto forte. Fino ai nostri giorni e alla grande festa per il Papa Santo che ha fondato le Acli.

 

A cura dell’Ufficio Comunicazione e dell’Archivio Storico delle Acli nazionali


CANONIZZAZIONE PAOLO VI
LIBRETTO BEATIFICAZIONE PAOLO VI