Quarant’anni fa moriva Paolo VI, il Papa delle riforme e del dialogo

Il 6 agosto del 1978, nel giorno della festa liturgica della Trasfigurazione di Cristo, moriva Paolo VI il Papa riformatore, il papa del Dialogo, il Papa che portò a compimento il cammino straordinario del Concilio Vaticano II e che portò la Chiesa nel mondo. Il Papa che collaborò alla fondazione delle Acli al termine del conflitto mondiale, che amava le Acli e che aveva a cuore il mondo del lavoro.

Paolo VI Il ha vissuto le stagioni del pre Concilio, del Concilio e del post Concilio, nel quale possiamo dire di essere tuttora immersi: un uomo che ha vissuto nella transizione.

Dopo il rivoluzionario pontificato di Giovanni XXIII, che aveva scosso dalle fondamenta la Chiesa, toccò a Paolo VI continuare il percorso tracciato, promulgando e attuando i decreti rivoluzionari che scaturirono dal Concilio Vaticano II. Scrisse Encicliche importanti per la Chiesa, come la “Ecclesiam Suam”, la “Misterium fidei”, la “Populorum Progressio e la “Humanae Vitae”.

Fu il primo Papa ad uscire dall’Italia e la meta del viaggio fu la Palestina, il 4 gennaio del ‘64. Abolì stemmi, la sedia gestatoria, le guardie nobili, andò all’Onu, a Fatima, in Portogallo, in Colombia, in India, a Ginevra.

Quelli del suo pontificato furono anni di grandi trasformazioni politico-sociali,  gli anni dei referendum sul divorzio e sull’aborto, gli anni della lotta armata e dell’uccisione di Aldo Moro, suo grande Amico.

Il pontificato di Montini è stato definito il “pontificato del dialogo”, perché al centro mise il dialogo intraecclesiale, con cui il papa si preoccupò di favorire la comunione della Chiesa in attuazione delle riforme volute dal Concilio. A cominciare dal Sinodo dei Vescovi del 1965, con cui volle rafforzare la collegialità episcopale, valorizzare gli apporti che arrivavano dalla periferia della chiesa, cercando di aprire nuovi spazi al dialogo.

Padre Sorge scrive “nella concezione montiniana, “dialogo” non è sinonimo di compromesso, di debolezza o di cedimento a interpretazioni meno fedeli e meno chiare del messaggio evangelico e del magistero della Chiesa”.

Al Dialogo ecumenico e interreligioso Paolo VI dedicò molte energie, il dialogo della Carità di Giovanni XXIII divenne dialogo della Verità, favorì in ogni modo il dialogo interreligioso, sia a livello di ricerca dottrinale e teologica sia con gesti significativi e con scelte coraggiose. Il Dialogo con il mondo fu un tema importante per Papa Montini, il quale guardò sempre con grande attenzione alla contemporaneità. Tutti i grandi interventi sociali del suo pontificato sono la traduzione pastorale della sua concezione teologica del dialogo, come la “Populorum Progressio” sullo sviluppo dei popoli, la lettera apostolica “Octogesima adveniens”, in risposta ai nuovi bisogni di un mondo in cambiamento (1971), il discorso all’Onu contro la guerra nel 1965. Nell’intervento al Congresso Ecauristico del 1968 a Bogotà parlò in difesa dei Campesinos, nel 1969 a Ginevra nella sede dell’organizzazione internazionale del Lavoro espresse solidarietà ai lavoratori.


Papa Francesco e Paolo VI

Giovanni Battista Montini è stato un grande uomo e un grande Papa, una figura estremamente attuale, come ha ricordato più di una volta Papa Francesco qualificandolo abitualmente come “il grande Paolo VI”, come il “timoniere del Concilio”, che portò la Chiesa incontro alla modernità,  un’azione necessaria ancora oggi. Ricordiamo che è stato Francesco a favorirne prima la beatificazione e poi la canonizzazione, che si terrà il 14 ottobre prossimo in piazza San Pietro a Roma, nel corso del Sinodo dei Vescovi dedicato ai giovani. Papa Francesco ne richiama spesso l’insegnamento sull’evangelizzazione, affermando che l’esortazione apostolica di Paolo VI “Evangelii Nuntiandi” (pubblicata nel 1975), “è il documento pastorale più grande che sia stato scritto fino ad oggi”, e ne segnala l’invito ad “annunciare il vangelo all’uomo di oggi, con misericordia, con pazienza, con coraggio, con gioia”.

Un “coraggioso cristiano, un “instancabile apostolo“, a cui tutta la Chiesa deve dire grazie, con queste parole papa Bergoglio ha definito più volte papa Montini, citando la sua “Evangelii Nuntiandi” per sette volte nella “Evangelii Gaudium” e nel suo intervento prima del Conclave in congregazione generale. “Pensando al prossimo Papa , c’è bisogno di un uomo che aiuti la Chiesa a uscire da se stessa verso la Periferia esistenziale dell’umanità, in modo da essere madre feconda della ‘dolce e confortante gioia di evangelizzazione’’’, questa ultima parte Francesco la prende dal paragafo 75 della “Evangelii Nuntiandi”, che tradurrà nel titolo della sua esortazione “Evangelii Gaudium”. Papa Francesco continua dunque il cammino di Paolo VI nella propria chiamata all’uscita missionaria.


CANONIZZAZIONE PAOLO VI
LIBRETTO BEATIFICAZIONE PAOLO VI