Domenica 1° novembre 2020

Dal vangelo secondo Matteo (Mt 5,1-12a)  

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».

 

Santi tutti 

A cura di don Ivo Piccinini, assistente spirituale delle Acli di Alessandria

La celebrazione nella festa di tutti i santi unisce la chiesa pellegrina sulla terra con quella esultante in cielo.
I fedeli, con la preghiera, domandano di imitare su questa terra gli esempi dei beati in cielo per poter un giorno condividere il loro destino di gloria senza fine.
L’invocazione dei santi nasce con l’inizio della Chiesa, in particolare verso i martiri.
La comunione dei santi è la comune partecipazione di tutti i membri della chiesa alle cose sante: la fede, i sacramenti, in particolare l’Eucaristia, i carismi e gli altri doni spirituali.
Alla radice della comunione c’è la carità che spinge a mettere in comune i beni spirituali e anche quelli materiali.
La liturgia parte dalla consapevolezza della centralità dell’evento redentivo di Cristo.
Con questo evento ognuno di noi partecipa al sacerdozio comune, dove anche le prove della vita, la croce da portare, sull’esempio di Cristo diventano momento di salvezza.
I santi sono coloro che seguendo l’Agnello hanno fatto una scelta radicale e non si sono accontentati delle mezze misure.
A noi, ancora pellegrini sulla terra, viene chiesto di vivere le realtà del mondo con lo spirito delle Beatitudini.
Esse sono l’esercizio del sacerdozio comune che ci assimila a Cristo.
Il nostro cammino su questa terra passa attraverso la purificazione e le beatitudini.
Gesù sale sul monte. È il nuovo Mosè che comunica la nuova legge. E noi siamo invitati a seguire gli esempi dei santi che hanno praticato le opere di misericordia e vissuto le Beatitudini.
Essi sono stati poveri in spirito, miti, hanno avuto fame e sete di giustizia, afflitti, misericordiosi, puri di cuore, perseguitati.
Noi possiamo augurarci di non scandalizzarci mai del Maestro e dei santi nostri fratelli e di non spaventarci nel salire la montagna delle Beatitudini.
Moltitudine immensa, i santi sono presenti e vivi nella storia di ieri e di oggi. Con la loro originalità e con i loro doni.
Se vogliamo imitarli non ci resta che l’imbarazzo della scelta.